La Procura antimafia di Palermo impugna 10 assoluzioni e 5 condanne emesse lo scorso 25 luglio nell’ambito dell’inchiesta nell’Agrigentino cosiddetta “Montagna”. I dettagli.
Lunedì 22 gennaio del 2018, all’alba, tra Agrigento e provincia, i Carabinieri del Comando provinciale hanno imperversato armati di 56 mandati di cattura lanciati dalla Procura antimafia di Palermo nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Montagna”. L’uragano delle ordinanze di custodia cautelare ha travolto i vertici dei mandamenti di Cosa Nostra agrigentini, tra Santa Elisabetta e Sciacca, 16 famiglie mafiose della provincia, e anche affiliati delle province di Caltanissetta, Palermo, Enna, Ragusa e Catania. A Palermo, al palazzo di giustizia, innanzi al giudice per le udienze preliminari, Marco Gaeta, 54 imputati sono stati giudicati in abbreviato. Il procuratore aggiunto, Paolo Guido, e i pubblici ministeri Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra, il 4 febbraio del 2019, nel corso della requisitoria, hanno invocato 54 condanne per 637 anni di carcere. Invece, il giudice Gaeta, il 25 luglio scorso ha sentenziato: 35 condanne, per oltre tre secoli di reclusione, e 19 assoluzioni. Ebbene, adesso gli stessi magistrati inquirenti hanno impugnato, proponendo ricorso in Corte d’Appello, 10 delle 19 assoluzioni, e 5 delle 35 condanne.
I dieci assolti in primo grado che subiranno un processo di secondo grado sono:
Adolfo Albanese di Caltavuturo,
Giuseppe Blando di Favara,
Pasquale Fanara di Favara,
Giovanni Gattuso di Castronovo di Sicilia,
Angelo Giambrone di Santo Stefano Quisquina,
Roberto Lampasona di Santa Elisabetta,
Vincenzo Mangiapane, 66 anni, di Cammarata,
Domenico Maniscalco di Sciacca,
Pietro Stefano Reina di San Giovanni Gemini,
e Vincenzo Spoto di Bivona.
E poi sono state impugnate 5 delle 35 condanne inflitte in primo grado, e quindi compariranno in Appello:
Gerlando Valenti di Favara, già condannato a 6 anni e 8 mesi, e poi Stefano Valenti di Favara 6 anni e 8 mesi, Salvatore Di Gangi di Sciacca 17 anni, Francesco Giordano di Niscemi 6 anni, e
Giovanni Antonio Maranto di Polizzi Generosa, condannato dal Tribunale a 12 anni.
Inoltre, la Procura antimafia di Palermo, in occasione di una nuova istruttoria dibattimentale in Corte d’Appello, intende ascoltare anche i collaboratori di giustizia Giuseppe Quaranta, di Favara, ex referente della famiglia Fragapane, e i ragusani Carmelo Battaglia e Concetto Errigo. Ed ancora, i magistrati ricorrenti in Appello ritengono da acquisire gli atti dell’inchiesta “Passepartout” che, tra gli altri, ha provocato l’arresto dell’ex assistente parlamentare Antonino Nicosia e del presunto boss Accursio Dimino, entrambi di Sciacca.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)