Dal Tribunale di Caltanissetta no alla sospensione del processo “Montante” per lo stato di salute dell’imputato. La Procura nissena cita 84 testimoni al giudizio ordinario.
La giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Caltanissetta, Graziella Luparello, impegnata al processo in abbreviato a carico di Antonello Montante e di altri presunti accoliti del suo architettato presunto cosiddetto “Sistema Montante”, ha ribadito che l’ex presidente di ConfIndustria Sicilia è in condizione di essere processato. Lo scorso 18 marzo, i difensori di Montante, gli avvocati Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto, brandendo l’arma dello stato di salute di Montante che sarebbe profondamente depresso, hanno invocato la sospensione del processo perché l’imputato versa in condizione di incapacità di intendere e di volere, e quindi la sua capacità a partecipare al giudizio è compromessa. L’avvocato Taormina ha anche depositato una perizia che attesta l’incapacità di Montante sin dall’inizio del processo. Ebbene adesso la giudice Luparello, ha risposto no alle istanze della difesa, compresa la richiesta, in subordine, di eseguire una ulteriore perizia d’ufficio. Il dibattimento pertanto prosegue, e allo stesso modo procede anche il processo in ordinario, a carico di 16 imputati, frutto della stessa inchiesta cosiddetta “Double Face”. Il pubblico ministero, Maurizio Bonaccorso, ha citato 84 testimoni, tra collaboratori di giustizia, rappresentanti delle forze dell’ordine, magistrati, esponenti politici, imprenditori e giornalisti. I collaboratori di giustizia citati dalla Procura nissena sono Antonino Giuffrè, Salvatore Ferraro, Aldo Riggi, Pietro Riggio, Salvatore Dario Di Francesco, Ciro Vara e Carmelo Barbieri. E sono invitati a riferire nel merito di eventuali rapporti tra gli imprenditori Antonello Montante e Massimo Romano con appartenenti a Cosa Nostra. E poi, ancora, la dirigente della Squadra Mobile di Caltanissetta Marzia Giustolisi, gli ufficiali della Guardia di Finanza di Caltanissetta Lello Pisani e Pietro Milazzo, il capo della Squadra Mobile di Palermo Rodolfo Ruperti, l’ex questore di Caltanissetta Bruno Megale, il maggiore dei Carabinieri Fabrizio Cappelletti, il testimone chiave Alfonso Cicero, gli imprenditori Marco Venturi e Pietro Di Vincenzo, il magistrato ed ex assessore della giunta Crocetta, Nicolò Marino, gli ex sindaci di Caltanissetta Salvatore Messana e Michele Campisi, l’attuale assessore al comune di Caltanissetta Pasquale Tornatore, l’assessore regionale Gaetano Armao, ed il giornalista Giampiero Casagni. Il giudice si è riservato di decidere. Prossima udienza il 29 aprile. All’appello rispondono il sindacalista Maurizio Bernava, gli imprenditori del settore sicurezza Andrea e Salvatore Calì, poi tre dipendenti di Montante: Rosetta Cangialosi, Carmela Giardina e Vincenzo Mistretta. E poi il sottufficiale della Polizia di Stato, Salvatore Graceffa, il dirigente nazionale di Confindustria, Carlo La Rotonda, il maggiore della Guardia di Finanza, Ettore Orfanello, il luogotenente, Mario Sanfilippo, il caporeparto dell’Aisi Servizi segreti, Andrea Cavacece, e il colonnello dei Carabinieri, Letterio Romeo. E poi l’ex presidente del Senato, Renato Schifani, il tributarista, Angelo Cuva, l’ex direttore dell’Aisi, Arturo Esposito, e l’imprenditore Massimo Romano.
Angelo Ruoppolo (teleacras)