Montante in bilico in Cassazione

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La Procura Generale della Cassazione invoca il sigillo definitivo sulla sentenza di condanna a carico di Antonello Montante al processo in abbreviato. E così anche per altri due imputati.

L’8 luglio del 2022, dopo nove ore di camera di consiglio, la Corte d’Appello di Caltanissetta, presieduta da Andreina Occhipinti, a latere Giovanbattista Tona e Alessandra Giunta, ha condannato l’ex presidente di ConfIndustria Sicilia, Antonello Montante, a 8 anni di carcere, ovvero 6 anni in meno dei 14 inflitti in primo grado, a conclusione del giudizio abbreviato, il 10 maggio del 2019, dal giudice Graziella Luparello. Poi 5 anni di reclusione sono stati inflitti a Diego Di Simone, responsabile della sicurezza di ConfIndustria ed ex ispettore della Squadra Mobile di Palermo, e poi 3 anni e 6 mesi al sostituto commissario alla Questura di Palermo, Marco De Angelis. Sono stati assolti Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta, e il questore Andrea Grassi, ex funzionario del Servizio centrale operativo della Polizia, al quale è stata contestata solo una fuga di notizie. Di Simone e De Angelis si sarebbero prestati ad essere canale e strumento di informazioni riservate a favore di Montante. Ebbene adesso in Cassazione il Sostituto Procuratore Generale, Elisabetta Ceniccola, nel corso della requisitoria ha invocato il rigetto dei ricorsi della difesa e la conferma delle condanne inflitte in Appello, provvedendo – più nel dettaglio – ad una rivalutazione della pena a carico di Montante, che si tradurrebbe in una riduzione di pochi mesi, verosimilmente da 8 anni a 7 anni e 6 mesi. Il presidente della sesta sezione penale della Cassazione, Giorgio Fidelbo, ha rinviato l’udienza per la sentenza al prossimo 30 ottobre.
Antonello Montante avrebbe allestito una rete di spionaggio non solo per tutelare se stesso ma anche come cinghia di trasmissione di un vortice di interessi, tra favori agli amici (politici, imprenditori, forze dell’ordine e dei servizi segreti, professionisti, magistrati, esponenti delle Istituzioni) e ricatti, con dossier e vessazioni di vario genere a danno dei nemici, gli ostacoli, i non allineati al “Sistema Montante”. Nel frattempo innanzi alla sezione penale del Tribunale di Caltanissetta, presieduta da Francesco D’Arrigo, è in corso il maxi processo ordinario che ha riunito i due tronconi, con 13 e 17 imputati, dell’inchiesta ancora imperniata sul “Sistema Montante”, ovvero il filone del presunto dossieraggio e della rivelazione di notizie riservate con accessi abusivi ai sistemi informatici di polizia, tramite scambi di favori ad elevatissimo livello tra le forze dell’ordine e non solo, e il filone politico, ovvero l’intreccio di interessi ruotanti intorno al governo Crocetta, in carica tra il 2012 e il 2017. A tal proposito l’ex presidente della Commissione regionale antimafia, Claudio Fava, a termine di una raffica di audizioni conoscitive, ha scritto nella relazione conclusiva: “Il ‘Sistema Montante’ è stato un governo parallelo che per anni ha occupato militarmente le istituzioni regionali, anche in nome dell’antimafia”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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