“Montante”, ok alla procedura di rimessione

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La Cassazione ha dichiarato non manifestamente infondata la richiesta di rimessione del processo sulla presunta rete di spionaggio e di favori incrociati imbastita da Antonello Montante. I dettagli.

Lo scorso 7 gennaio, lunedì, alla prima udienza del 2019 dopo la pausa natalizia, i difensori di Antonello Montante, gli avvocati Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto, hanno chiesto al Tribunale di Caltanissetta, spiegandone le ragioni in oltre 50 pagine, il trasferimento del processo ad altro giudice per “grave incompatibilità ambientale” dei magistrati di Caltanissetta. Adesso la Cassazione, come impone il codice di procedura penale, si è pronunciata nel merito dell’istanza, e la prima Presidenza della Corte Suprema di Cassazione ha dichiarato ammissibile la richiesta di rimessione per legittimo sospetto perchè non manifestamente infondata. Il ricorso è stato assegnato alla sesta sezione della Cassazione, che sentenzierà, nel concreto, se trasferire il processo ad altro Giudice oppure no. Così annuncia l’avvocato Carlo Taormina che spiega: “La richiesta è basata sulla impraticabilità di un giudizio imparziale dei magistrati di Caltanissetta allorchè hanno operato per 12 anni con Montante nella lotta all’imprenditoria mafiosa, mettendo a disposizione i potenti strumenti giudiziari ed avvalendosi nelle investigazioni dei supporti tecnici e tecnologici”. E poi Taormina aggiunge: “E’ un primo segnale di attenzione verso questa vicenda di cui nessuno vuole parlare in ragione dei suoi caratteri essenziali di grande interesse giudiziario e sociale per il nostro Paese. Si tratta qui di sgominare una impostazione giudiziaria che vorrebbe fare piazza pulita di 12 anni di antimafia condotti dal dottor Montante insieme con i magistrati di Caltanissetta, dando ragione in maniera consapevole o inconsapevole alla vecchia mafia soppressa e che sta riprendendo fiato”. E poi, ancora l’avvocato Taormina ribadisce: “Non è possibile che i magistrati che avrebbero vissuto in simbiosi con il dottor Montante possano essere gli stessi che oggi abbiano la possibilità di giudicarlo nella consapevolezza che sarebbero stati essi stessi concorrenti nel reato mafioso che gli viene contestato. Il processo non si può celebrare a Caltanissetta, perché c’è un pregiudizio dei magistrati nisseni con cui l’ex leader di Confindustria ha condiviso per 12 anni il compimento di proficue attività antimafia e rapporti personali, fino alla familiarità, e ciò non permette serenità di giudizio”. Nel frattempo, gli stessi avvocati Taormina e Panepinto, a testimonianza di altre presunte anomalie, hanno invitato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ed il Csm, il Consiglio superiore della magistratura, a valutare il no alla prima richiesta di scarcerazione di Antonello Montante per conclamati gravi motivi di salute.

Angelo Ruoppolo ( Teleacras)

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