Che ci sia un vuoto educativo da parte degli adulti è evidente: dove sono i genitori di questi ragazzini che fino alle 4 del mattino stanno ancora per strada a bere alcolici? Esiste una povertà relazionale prima ancora di quella economica.
La verità è che le famiglie non sanno più ascoltare i propri figli; la scuola, le istituzioni, la politica non ascoltano più i propri interlocutori. Bisogna colmare un deficit di ascolto per ridurre le distanze, per contrastare la violenza: un punto di partenza rispetto al quale tutti debbono fare la loro parte, riscoprendo la vocazione ad essere laboratori dell’ascolto, luoghi in cui misurarsi con i bisogni e le speranze del prossimo, a cominciare dai più giovani.
Tuttavia, va ricordato che i giovani non sono la parte incomprensibile e malata della società, come certe recenti narrazioni mediatiche inducono a pensare. I giovani sono il nostro presente e il nostro futuro, sono il nostro bene più prezioso.
Questo atteggiamento di profonda fiducia verso i giovani vogliamo che si mantenga radicato in ogni comunità e nella nostra società e non deve essere condizionato dalle manifestazioni di assurda violenza da parte di alcuni di loro.
Come Chiesa e Forze Sociali proponiamo soprattutto che si possa generare un processo di fiducia sociale. Oggi servono artigiani e tessitori, per ricomporre il tessuto umano delle nostre comunità. Un tessuto delicato in cui le stonature di colore possano essere ricondotte pazientemente alla bellezza dell’insieme ed esaltino l’originalità di ogni fibra”.