La candidatura Minardo e l’ultimatum di Musumeci alla Lega: intervengono le altre forze politiche a commento di quanto accaduto. I dettagli.
Dunque, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha lanciato la candidatura del segretario regionale in Sicilia, Nino Minardo, alla presidenza della Regione alle elezioni nell’autunno del 2022. Il presidente in carica, Nello Musumeci, ha controbattuto: “Basta ambiguità. La Lega decisa se intende stare dentro o fuori il governo”. Minardo ha replicato gettando acqua sul fuoco: “Musumeci stia tranquillo, governiamo insieme e uniti fino alla conclusione del mandato”. Ebbene, a fronte di ciò sono intervenute anche le altre forze politiche che compongono l’arco parlamentare a Palazzo dei Normanni. Il capogruppo del Partito Democratico, Giuseppe Lupo, ha colto la palla al balzo, e ha affermato: “Musumeci dovrebbe prendere atto che la Lega non è più di fatto in maggioranza, e porre fine a questa triste esperienza di governo dimettendosi per andare a elezioni anticipate”. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle, l’agrigentino Giovanni Di Caro, ha rilanciato: “Ormai il centrodestra dilaniato all’interno si sta concentrando esclusivamente sull’occupazione dei posti di potere. La maggioranza non pensa minimamente alla Sicilia: da un lato c’è la Lega Nord Padania che vuole il presidente, e dall’altro c’è Musumeci che resiste. Intanto manca la proposta politica per i siciliani”. Non da meno è stato Claudio Fava, del movimento “Cento passi”, che ha ribattuto: “Con un centrodestra litigioso a tutti i livelli, possiamo attenderci un anno di Vietnam in aula con un governo incapace di affrontare i problemi della Sicilia”. Ancora La Lega, con il capogruppo all’Assemblea Regionale, Antonio Catalfamo, reagisce all’ultimatum di Musumeci e replica: “E’ dispotica: non trovo migliore aggettivo per definire la reazione del presidente Musumeci che invita la Lega a uscire dal governo solo perché il nostro segretario nazionale, Matteo Salvini, a precisa domanda, ha risposto che la Lega ritiene di essere dotata di classe dirigente idonea ad amministrare le città più importanti e la stessa Regione. E’ stato lo stesso Salvini a premettere che ogni riflessione va inquadrata nel rispetto dei ragionamenti con gli alleati”. E Forza Italia, tramite il coordinatore regionale, Gianfranco Miccichè, interviene nella diatriba così: “Lasciamo che la scelta del candidato presidente della Regione tocchi al partito che uscirà con maggiori consensi dalle elezioni Amministrative. A Roma si discute della possibilità di affidare al partito con più consensi l’onere di indicare il candidato Presidente del Consiglio. E’ un metodo che mi piace, applichiamolo anche in Sicilia. Nel frattempo lasciamo lavorare Musumeci. Anche perchè, fin quando non ci sarà una valutazione negativa da parte della coalizione, il candidato in pectore è lui. Ma se si dovesse decidere di non ricandidare Musumeci, allora Forza Italia non rinuncerà a proporre un suo candidato. Da sempre in Sicilia siamo la prima forza politica ma non abbiamo mai avuto la candidatura a Palazzo d’Orleans”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)