Musumeci: “Necessaria altra legislatura”

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Musumeci: “Nel 2019 ero convinto di poter concludere il programma in questa legislatura. Poi la pandemia ha bloccato tutto”. L’intervento anche su Pnrr e ricandidatura.

Si è appena raffreddata la colata lavica provocata dallo scontro a distanza tra la Lega e Musumeci sulla contesa della candidatura a presidente della Regione in occasione delle elezioni Regionali dell’autunno 2022. Sotto la cenere coveranno ancora tizzoni ardenti pronti ad infiammarsi al momento opportuno quando, come ogni forza politica del centrodestra auspica, sarà la coalizione intera e unita a decidere quale cavallo lanciare nella corsa verso la conquista di Palazzo d’Orleans. E ciò è condiviso e ribadito dallo stesso Nello Musumeci, che afferma: “Il punto centrale non è affatto la mia ricandidatura. La priorità, oggi, è completare il programma e lavorare fino all’ultimo giorno per cambiare questa Regione, aprire cantieri e investire denaro. Quattro anni fa alla Regione abbiamo trovato macerie, fra un anno presenteremo ai siciliani una Istituzione ordinata e con le carte in regola per guardare al futuro con concreto ottimismo. Nel 2019 ero convinto che sarebbe bastata una legislatura per affrontare e risolvere i principali problemi dell’agenda di governo. Nessuno poteva prevedere la più drammatica fra le pandemie che l’umanità abbia conosciuto. Sono stato chiamato, dalla legge nazionale, quale soggetto attuatore nella lotta contro il covid, e lo faccio da oltre un anno e mezzo destinandovi oltre la metà del mio tempo di lavoro quotidiano, che è di sedici ore. Nel frattempo il mondo si è fermato, e l’obiettivo che mi ero posto di raccogliere entro un solo mandato il frutto del nostro lavoro è stato ovviamente vanificato. Abbiamo ancora tante cose iniziate da completare. Non possiamo sciupare il lavoro iniziato” – conclude. I predecessori, ovvero Cuffaro, Lombardo e Crocetta, sono stati coinvolti in inchieste giudiziarie. Lui, il presidente in carica, invece no, e Musumeci, al quale non è stato notificato nemmeno un avviso di indagine, commenta: “Sono contento di avere potuto attraversare la palude senza mai prendere la malaria, come amo ripetere spesso. Non è certo l’avviso di garanzia che caratterizza l’operato di un amministratore, essendo io convintamente garantista. Ma se nel proprio operato si segue la linea del rigore morale, e si evitano le opacità, si può governare senza scomodare la magistratura. Mi sono dato una regola: scegliere sempre quello che pare giusto e mai ciò che pare utile. Detto questo, è chiaro che nessuno può dirsi immune da errori, l’importante è compierli in buona fede e senza dolo”. E poi, in prospettiva verso la spesa dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e gli appetiti politici, affaristici e criminali che si teme ruotino intorno, il presidente riflette così: “Ormai è risaputo, nei prossimi 7-8 anni la Sicilia dovrà spendere circa 30 miliardi di euro, tra Pnrr e fondi dell’Agenda europea 2021-2027. La mafia, si sa, va dove c’è flusso di denaro, ma quel denaro serve alla nostra Isola per operare una svolta storica in termini di crescita sociale, economica e culturale. Non possiamo arrenderci, temendo le mire delle organizzazioni criminali, ma anzi dobbiamo creare tutte le condizioni affinché il denaro che arriverà sia speso presto e in maniera trasparente. Ecco perché tutte le forze politiche che hanno a cuore il futuro della Sicilia debbono vigilare affinché sia impedita ogni contaminazione mafiosa, e debbono impegnarsi a trovare le ragioni che uniscono. Bisogna puntare su pochi obiettivi ma buoni, al di là dei ruoli futuri di chi avrà alla Regione responsabilità di governo e di chi andrà all’opposizione”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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