Nel foyer del Teatro della Posta Vecchia le locandine, con immagini e nomi, raccontano la storia del teatro leggero, (si diceva così, una volta), del teatro amatoriale, e spesso, e molto gradito, il teatro di Varietà, occasione buona per i giovani più focosi, creativi, umoristi, spiritosi e talentuosi della città.
Un percorso di memoria nei titoli delle opere rappresentate, nelle composizioni delle compagnie teatrali locali, nei volti dei giovani, come erano allora, numerosi, sorridenti, gesti enfatici e pronti alla battuta.
I nomi sono tanti e tanti, vi sono anche quelli di professionisti del teatro italiano , che hanno calcato quelle poche tavole del palcoscenico, ricevendone poi scroscianti applausi.
Le trombe della Posta Vecchia, come nello stemma del teatro, suonarono tante volte in quei lunghi anni, tanti gli spettacoli, e le locandine sono rimaste a testimonianza. Tutte insieme raccontano le messe in scena di opere note e sperimentali, di attori e di personaggi. Di tanto spettacolo sono rimaste le locandine, allineate nella penombra del glorioso foyer.
In un grande poster dal titolo “…e fu subito varietà” il Teatro della Posta Vecchia, del poliedrico Giovanni Moscato , ricostruisce l’origine del varietà tutto agrigentino . Diciamolo: a futura memoria.
Al Cine-Teatro Supercinema, prestigioso locale di eventi di grande spettacolarità approdarono, a metà degli anni Sessanta i nostri talentuosi artisti della Città: attori e attrici, comici e cantanti, ballerini e musicisti, orchestra e coro.
Era il 22 dicembre 1966, quando andò in scena ,in un “gran galà” , una produzione teatrale con i migliori talenti locali.
Pronti ad entrare in scena, con quel titolo breve come un flash raccolsero successi “I CANTAGUAI”.
E’ Franco Capitano che produce e propone “I Cantaguai”, spettacolo di satira politico-sociale scritto dai goliardi Enzo Di Pisa e Michele Guardì , autori che si confermeranno negli anni seguenti.
In scena Enzo Jacoponelli, Bertino Parisi, Pippo Montalbano, Giovanni Sardone, il Balletto Terrasi, Enzo Di Pisa , Orchestra di ottoni e coro diretti da Pippo Flora. Partecipazione straordinaria di Giulio Cristallini, Peppino Palumbo, e poesie di Vincenzo Licata. Presentano Michele Guardì con Maricò Traficante e Luisa Cosenza . Scene di Lando Bianchini. Regia di Ernesto Natalello.
Un Varietà composto da ricchi vari aspetti di rappresentazione, come il Cabaret, il Teatro satirico e di costume. Meglio di così? Su il sipario!
Tutto quanto andava in scena, pronto alle luci sfavillanti della ribalta , era nato nella mente di Franco Capitano, idea e direzione artistica, un talento annunciato, poi confermato negli anni seguenti e in altre situazioni.
Poi vennero altri spettacoli dei neonati cabaret : “Il Punicipio” di Di Pisa e Guardì, con Giusi Carreca, Enzo Jacoponelli e Bertino Parisi e del “Il Cabarone” di Franco Capitano e Mario Gaziano, con Giovanni Moscato, Gemma Conti e Carmelo De Lorenzo.
Questi programmi, nel riconoscimento delle qualità approdarono alla RAI, nelle trasmissioni radiofoniche settimanali: “L’Altosparlante” de Il Punicipio, e “Il Programmino” de Il Cabarone.
La rivisitazione narrata , ideata dal Teatro Posta Vecchia, nel nuovo poster “…e fu subito varietà “ costituisce pregevole sintesi , nella composizione grafica di Damiano Pagano.
Lo spettacolo può iniziare, già scrosciano gli applausi.