No al prelievo forzoso, altrimenti il collasso

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Il disastro finanziario delle Province: Musumeci convoca i parlamentari nazionali siciliani. A lavoro su un decreto legge per cancellare o attenuare il prelievo forzoso.

La riforma delle Province è stata tra le più fallimentari della legislatura Crocetta. Gli Enti Locali, definiti Liberi Consorzi di Comuni in modo farsesco perché non hanno ancora consorziato nulla e sono da quattro anni commissariati e retti da commissari della Regione, sono sull’orlo del precipizio del dissesto finanziario. E a Messina, il sindaco Cateno De Luca, che è anche, secondo la riforma, il presidente della Provincia, definita altrettanto in modo farsesco “Città Metropolitana”, ha posto in ferie forzate tutti i dipendenti, circa 800 persone, per mancanza di risorse finanziarie, ed ha minacciato il licenziamento collettivo. Ecco perché il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha ritenuto opportuno convocare a Palermo tutti i parlamentari nazionali eletti in Sicilia affinchè trasferiscano a Roma, allo Stato, il bandolo della matassa alla ricerca di soluzioni, impraticabili da parte della Regione. Allo stesso tavolo, nella Sala Alessi, a palazzo d’Orleans, si sono seduti anche gli assessori all’Economia, Gaetano Armao, agli Enti Locali, Bernardette Grasso, alla Sanità, Ruggero Razza, sindacalisti ed esponenti dell’Anci, l’associazione dei Comuni. Quale è la causa del collasso delle Province? La risposta è il prelievo forzoso, il contributo di risanamento alla finanza pubblica, ovvero i tanti soldi che lo Stato preleva forzosamente annualmente dalle Province per renderle compartecipi del risanamento del debito pubblico. E allora? E allora i soldi del prelievo forzoso superano spesso e in tanti casi i soldi che poi lo Stato e la Regione trasferiscono alle Province. Dunque il saldo è passivo. E quindi? E quindi a Palermo Musumeci ha invitato i parlamentari siciliani ad impegnarsi affinchè a Roma sia predisposto un decreto legge sugli Enti Locali che cancelli o renda meno doloroso il prelievo forzoso. E deputati e senatori, di maggioranza e di opposizione, hanno condiviso e assunto l’impegno a cavalcare la proposta di legge che sarà redatta tecnicamente dall’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, e che poi sarà presentata ufficialmente da Musumeci. E il presidente della Regione spiega: “Bisogna battersi perché alla Sicilia sia riservato lo stesso trattamento delle altre Regioni d’Italia dove i bilanci delle ex Province godono di un ristoro significativo da parte dello Stato. E’ stata la riforma Delrio a provocare una insostenibile disparità tra Regioni ordinarie e a statuto speciale, vessate dal cosiddetto contributo di risanamento alla finanza pubblica. Le conseguenze di quella che può essere definita una finta riforma sono sotto gli occhi di tutti e non lasciano ulteriori margini di tempo per trovare una soluzione: strade provinciali abbandonate al dissesto, servizi sociali essenziali negati, e stipendi a rischio per i dipendenti: il default è dietro l’angolo anche per le amministrazioni che ancora non lo hanno dichiarato. L’avevano spacciata per una grande riforma e, invece, hanno massacrato Enti che per 160 anni avevano fatto, e anche bene, il proprio lavoro. Il problema si risolve a Roma ed è per questo che ho voluto coinvolgere deputati e senatori siciliani affinché ognuno faccia la propria parte. E’ stato un bel momento di solidarietà istituzionale che, sono certo, troverà un suo riscontro nei fatti”.

Angelo Ruoppolo (teleacras)

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