di Nino Randisi
Nella splendida Sala dello Studio Teologico Sant’Antonio, annesso alla Basilica di Sant’Antonio a Padova, una conferenza con relatori di eccellenza ha voluto ribadire il valore del sacro nella vita di ognuno partendo dall’attenzione al linguaggio. Sapientemente orchestrata dal Giornalista di Canale Italia Gianluca Versace e organizzata dal Giornalista Cattolico Luciano Lincetto, la conferenza ha avuto un grande successo di pubblico che ha apprezzato tutti gli interventi. S.E. Monsignor Antonio Staglianò, Presidente della Pontificia Accademia Teologica, ha entusiasmato l’uditorio partendo dalla certezza che Dio, il cui volto si è rivelato in Gesù Cristo, non ha mai voluto guerre perché il comandamento fondamentale è “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” e facendo riflettere sul fatto che offendere Dio è in primis comportarsi in modo diverso da quello che Lui ci ha indicato. “Non accogliere i migranti, vedere i fratelli e le sorelle che soffrono ed essere indifferenti”, ha ribadito Sua Eccellenza Staglianò”, “è una blasfemia”. L’intervento della Professoressa agrigentina Irene Catarella ha voluto mettere in evidenza la necessità di fare riscoprire il valore della parola e del sacro alle nuove generazioni, che spesso intercalano bestemmie nel loro linguaggio senza alcuna consapevolezza perché non conoscono Dio e dimenticano che la parola genera la realtà. Sia Monsignor Staglianò che la Professoressa Catarella sono molto attenti al mondo dei giovani. S.E. Antonio Staglianò è ideatore della Pop Theology, un modo originale per riportare il cattolicesimo a un cristianesimo più umano grazie alla musica, ha infatti iniziato il suo contributo con una citazione a memoria di una canzone di Renato Zero, mentre la Professoressa Irene Catarella è ideatrice della poesia dell’# e fondatrice del Movimento letterario “Interiorismo Universale” per far riscoprire i versi ai giovani d’oggi perché capaci di nobilitare ed esprimere il loro sentire. Gianluca Versace ha sottolineato l’impegno a non essere indifferenti all’uso delle parole che pesano quanto le pietre, mentre Lincetto ha ricordato di tenere sotto controllo anche la volgarità che può essere l’anticamera alla disumanità oltre che alla mancanza di rispetto verso Dio. Il conferenziere e scrittore Don Alvaro Grammatica della Koinonia Giovanni Battista ha voluto soffermarsi sulla teologia della tenerezza come antidoto alla bestemmia e alle violenze, non solo verbali. L’interessantissima mattinata è stata conclusa dalla relazione di Vittorio Sgarbi che ha sottolineato come la vera arte non è mai bestemmia e che la bestemmia è nella parola che è contemporaneamente un istinto che non sempre corrisponde a un pensiero, quindi, se è logos la parola non è bestemmia e se è bestemmia non è logos.