Rigettato il ricorso presentato da “Confcommercio Imprese per l’Italia Palermo” per ottenere l’annullamento degli atti del procedimento di rinnovo del Consiglio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura di Palermo ed Enna, convenuta in giudizio con l’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Sicilia e il Ministero dello Sviluppo Economico.
Il TAR Sicilia-Palermo accogliendo tra le altre le ragioni prospettate dalla contro interessata SICINDUSTRIA, assistita dall’Avv. Michele Cimino, con l’ordinanza cautelare n. 533/2022 ha evidenziato come la procedura per il rinnovo del Consiglio camerale sia stato immune da censure e ossequioso della normativa nazionale e della disciplina di settore.
In particolare, i giudici del TAR hanno evidenziato come le criticità prospettate dalla Confcommercio Palermo sulla presunta irregolarità della procedura fossero non solo infondate ma anche tardive.
In particolare, per quanto riguarda l’istanza istruttoria richiesta dalla ConfCommercio Palermo al TAR Sicilia, in merito ai vizi afferenti i verbali di accesso relativi al procedimento di rinnovo della C.C.I.A.A. di Palermo ed Enna, il TAR ha disposto che “per quanto attiene all’istanza istruttoria contenuta nel ricorso, la stessa non possa trovare accoglimento, in quanto parte ricorrente avrebbe dovuto impugnare tempestivamente i verbali di accesso nelle parti asseritamente illegittime; per contro, non risulta che detti atti siano stati contestati né formalmente, né sostanzialmente”.
L’ordinanza cautelare, in merito al presunto pregiudizio patito dalla ConfCommercio nei singoli settori e nei relativi seggi, ha inoltre evidenziato come “a parte la mancanza di specificità degli assunti – e il consistente divario, in taluni settori, tra le medie aritmetiche delle contendenti e quella della ricorrente – i numerosi dati relativi a tutte le imprese iscritte sono statiassoggettati ad un primo controllo tecnico informatico sul 100% delle imprese, per mezzo della piattaforma Infocamere S.c.p.a.nonché ad un successivo controllo a campione disposto dalla Camera di Commercio apparendo in linea con le regole che presidiano tale iter ”.
Infine i giudici, pronunciandosi sulla domanda cautelare, hanno stabilito per quanto attiene al periculum in mora, che, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, “appare prevalente l’interesse”, palesato (anche) dalla resistente Camera di Commercio, assistito dal Prof. Avv. Salvatore Raimondi “alla continuità nel funzionamento del sistema camerale e all’insediamento del nuovo Consiglio Camerale”.
Si chiude pertanto con una vittoria della Camera di Commercio di Palermo ed Enna e delle altre controinteressate tra cui Sicindustria, il giudizio amministrativo instaurato dalla ConfCommercio volto a gettare ombre sull’ operato della C.C.I.A.A. di Palermo-Enna, che oggi più di prima risulta essere stato trasparente e immune da vizi procedurali.