Omicidio Lorena Quaranta, il ministro Nordio chiede “le carte” alla Corte di Assise di Reggio Calabria dopo “le attenuanti per covid” dell’assassino De Pace che di fatto annullano l’ergastolo

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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha disposto un approfondimento sul caso Lorena Quaranta la giovane di Favara specializzanda al Policlinico di Messina, uccisa dal compagno Antonio De Pace a fine marzo 2020 nella loro abitazione di Furci Siculo in provincia di Messina.

Il Guardasigilli ha chiesto agli uffici di acquisire una relazione dal Consigliere designato presso la Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria per comprendere le ragioni della sentenza di annullamento. Al centro ci sono quindi le “attenuanti per covid” che la Cassazione ha riconosciuto all’infermiere calabrese, dopo l’ergastolo comminato a Messina, disponendo il nuovo processo in corso a Reggio Calabria.

Il processo è partito lo scorso 24 ottobre e l’accusa ha chiesto la condanna a 24 anni, rifacendosi all’annullamento dell’ergastolo disposto dalla Suprema corte. La prossima udienza è fissata al 28 novembre, data in cui è attesa anche la sentenza.

Proprio le motivazioni della Cassazione hanno suscitato enormi polemiche sia da parte dei centri anti violenza, delle associazioni e da parte dei familiari della ragazza, e si è parlato di “attacco” al reato di femminicidio, a proposito delle attenuanti per “stress da covid”. Dopo le polemiche è arrivata anche l’interrogazione parlamentare da parte della senatrice Dafne Musolino, a cui ora il ministro ha risposto.

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