Proseguono le indagini dei Carabinieri e della Procura di Agrigento dopo l’omicidio del commerciante Francesco Simone a Favara. Disposta l’autopsia.
A Favara in contrada Poggio Muto, nella zona conosciuta come “Crocca”, vi sono tante residenze estive dei favaresi, dove amano ritagliarsi degli orticelli da coltivare: tradizione, che si tramanda, e tanta passione. Anche Francesco Simone ha trascorso gli ultimi istanti della sua vita in campagna, nell’orto della sua abitazione di villeggiatura alla “Crocca”, tra ulivi e mandorli. Un killer armato di pistola lo ha sorpreso e lo ha ucciso, premendo il grilletto più volte, sfiorandolo e colpendolo, anche alla testa. Il colpo di grazia: l’esecuzione. Colui che ha assassinato Francesco Simone sarà stato a conoscenza delle sue abitudini, del suo essere solito a recarsi tra le sue coltivazioni. E ha atteso la vigilia dell’Immacolata per ucciderlo, approfittando della zona adesso isolata, tra autunno e inverno, occasione propizia per sparare e scappare, senza rischi.
A testimonianza che Francesco Simone sia stato all’opera campagnola vi è il suo giubbotto, trovato appeso al ramo di un albero. Il medico legale, Alberto Alongi, dopo la prima sommaria ispezione cadaverica, è impegnato nell’autopsia, disposta dal sostituto procuratore di Agrigento, Maria Barbara Cifalinò, titolare dell’inchiesta. E che è stata in contrada Poggio Muto, insieme al procuratore capo Giovanni Di Leo, a fianco dei Carabinieri e del comandante provinciale, il colonnello Nicola De Tullio.
E’ in corso il rituale investigativo, ovvero l’ascolto serrato di familiari e conoscenti della vittima. Si scava a fondo sui suoi rapporti, attuali e pregressi. Lui, 69 anni, ha gestito una rivendita di automobili a Favara insieme al figlio. Probabilmente i Carabinieri, sentinelle del territorio, hanno già sottoposto dei pregiudicati o sospettati alla prova dello stub, alla ricerca di eventuali tracce di polvere da sparo.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)