Altri dettagli nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio – suicidio a Palermo. La donna ha sparato quattro colpi al marito e due colpi contro di lei. Attesi gli esiti dell’autopsia.
Gli esiti dell’autopsia sui due cadaveri sono attesi. Però si dubita poco. A Palermo Laura Lupo, 62 anni, agente della Polizia municipale da 30 anni, ha ucciso il marito, Pietro Delia, 66 anni, commercialista e collaboratore della Banca nazionale del lavoro. Lei ha sparato con la pistola d’ordinanza, la stessa con cui poi ha sparato contro di lei, suicidandosi. Via Notarbartolo civico 49, zona residenziale, cornice dell’albero “Falcone”. Tra le ore 6:30 e le 7 del mattino del 4 maggio. All’ingresso non vi sono effrazioni. Il condominio peraltro è sotto stretto controllo perché a fianco abita un magistrato palermitano di rilievo, con incarichi fuori dalla Sicilia. E sul marciapiede, giorno e notte, vi è una pattuglia delle forze dell’ordine. I Vigili del fuoco sono stati costretti a scassinare per entrare dentro casa dei due coniugi, al terzo piano. I cadaveri riversi a terra. Accanto 6 bossoli di pistola calibro 9. Il medico legale ha rilevato 4 fori tra il torace e un braccio di Pietro Delia. E due fori su Laura Lupo, uno alla testa e uno sul collo. Lei forse ha esploso un secondo colpo per uccidersi. Tra le sue dita è stata trovata stretta la pistola. Omicidio – suicidio. La donna avrebbe sparato frontalmente contro il marito da una distanza di meno di 3 metri.
La figlia della coppia, Eleonora, anche lei commercialista, che ha lavorato con il padre nello studio professionale in via Nicolò Gallo, e che abita al secondo piano dello stesso palazzo, ha lanciato l’allarme alle 10 del mattino. Il padre è mancato all’appuntamento con lei per andare a lavorare, e lei si è preoccupata. Nell’abitazione non vi sono tracce di litigio, né biglietti, messaggi premonitori. La sera di venerdì Laura, Pietro e la figlia l’hanno trascorsa insieme: nessun presagio. Alcuni familiari e conoscenti: “Non ci siamo accorti di nulla di strano nel comportamento di Laura Lupo. Sul posto di lavoro è stata sempre attenta e puntuale”. Da altre testimonianze trapela però che nella coppia vi sarebbe stato del malessere: lei sarebbe stata molto gelosa. Laura e Pietro si sono separati. Poi ancora insieme, fino all’epilogo sanguinario che sarebbe stato provocato dal tarlo della gelosia che ha logorato lei”. Le indagini, coordinate dalla Procura, sono sostenute dai Carabinieri.
Il comandante della Polizia municipale di Palermo, Angelo Colucciello: “E’ una storia bruttissima che ci ha colto tutti di sorpresa. Nessuno poteva immaginare un epilogo così drammatico. La nostra collega era una persona caratterizzata da grande pacatezza e signorilità nel tratto e nel comportamento. Svolgeva l’attività di agente della polizia municipale negli uffici del giudice di pace con grande professionalità e preparazione. Era irreprensibile. Una donna che appariva sempre serena e gioviale. Se avessimo avuto il benché minimo sospetto di poca serenità saremmo intervenuti, come prevedono i protocolli in materia. Peraltro, anche una familiare stretta di Laura Lupo lavora nella Polizia municipale, pure lei stimata e apprezzata per il suo lavoro di ogni giorno”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)