Operazione “Demetra”, 17 condanne con queste motivazioni

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L’organizzazione criminale esisteva e si occupava, in prima battuta, della costituzione delle imprese prive di capacità operative e di fatto inesistenti (cartiere) che avevano come unico scopo realizzare fittizie assunzioni di lavoratori e originare sulla carte fittizie posizioni assicurative e previdenziali”.

Il giudice Alessandro Quattrocchi, della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, ha depositato le motivazioni della sentenza, emessa lo scorso 29 aprile, del processo scaturito dall’inchiesta “Demetra”, che ipotizza una colossale truffa ai danni di Inps e Inail.

Secondo il tribunale 17 dei 52 imputati sono colpevoli: le pena decise vanno dai 18 mesi ai 7 anni di reclusione. Per altri 35 imputati il decorso del tempo è arrivato in soccorso facendo prescrivere tutti i reati.

Tre mesi dopo sono state depositate le motivazioni che, in prima battuta, confermano soprattutto l’impostazione accusatoria legata all’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere.

Organizzazione che prima creava le finte aziende e poi “simulava falsi infortuni sul lavoro o altri eventi, come licenziamenti per usufruire degli ammortizzatori sociali”.

L’operazione dei carabinieri è scattata il 28 giugno del 2013.

In carcere, allora, erano finiti il consulente del lavoro Giorgio Lo Presti, 67 anni, di Porto Empedocle, e l’assicuratore Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 57 anni, di Raffadali, ex consigliere provinciale. Arresti domiciliari per Salvatore Borsellino, 40 anni e Giuseppe Gangarossa, 45 anni, ritenuti componenti della banda, per il medico dell’Inail Salvatore Conti, 64 anni, di Agrigento; e Salvatore Russo, 44 anni, radiologo di Aragona.

La pena più alta – 7 anni di reclusione – è stata inflitta a Terrazzino: 6 anni e 10 mesi a Lo Presti; 6 anni e 8 mesi a Conti; 5 anni e 6 mesi a Russo; 3 anni e 10 mesi a un altro presunto componente della banda di truffatori ovvero Fabrizio Santamaria, 39 anni, di Siculiana, accusato di avere fatto da prestanome nella creazione di un’azienda; 3 anni e 6 mesi a Giuseppe Gangarossa, 46 anni, di Porto Empedocle, accusato di avere gestito alcune aziende “fantasma”; 3 anni a Salvatore Tortorici, 33 anni, di Porto Empedocle, anche lui accusato di essere un prestanome della banda.

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