L’inchiesta denominata “Malebranche”, condotta sul campo dal personale della Guardia di finanza di Agrigento, con il coordinamento della procura della Repubblica (procuratore capo Luigi Patronaggio, e i pubblici ministeri Alessandra Russo e Paola Vetro, titolari del fascicolo) ha riguardato complessivamente 22 soggetti e ha consentito di eseguire 10 misure cautelari agli arresti domiciliari, 3 obblighi di dimora, e il sequestro preventivo nei confronti delle cinque società attualmente attive di beni e automezzi, quote di partecipazione societaria, rapporti finanziari, unità mobili ed immobiliari.
L’ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Agrigento Luisa Turco. Agli arresti domiciliari: Graziella Falzone 53 anni (commercialista), Gaetano Sferrazza 78 anni, Diego Sferrazza 51 anni, Gioacchino Sferrazza 54 anni, Giovanna Lalicata 51 anni, Clelia Sferrazza 23 anni, Fabiana Sferrazza 26 anni, Maria Teresa Cani 54 anni, Gaetano Sferrazza 30 anni, Gaetano Sferrazza 28 anni. Applicato l’obbligo di dimora nel comune di residenza abituale a Vincenzo Lo Cicero 36 anni, Francesco Maraventano 38 anni, Assuntina Lupo 55 anni.
Devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio e vari reati tributari.
L’indagine nasce nel 2015, a seguito di minacce e ripetuti atti intimidatori a danno di un curatore fallimentare, nell’esercizio delle sue funzioni, in una società sottoposta a procedura fallimentare e facente parte del gruppo societario “Pelonero”, oggi sequestrato. Ha riguardato sette società fallite e cinque tutt’ora in attività, tutte riconducibili al gruppo familiare dei Sferrazza, operanti nel settore del commercio di articoli casalinghi, pulizia della casa e della persona, cosmetica, e giocattoli.
Durante le perquisizioni i militari della Guardia di Finanza hanno rinvenuto anche una pistola clandestina. Sull’arma verranno eseguiti accertamenti.
Il più noto senza dubbio Gioacchino Sferrazza, ex presidente dell’Akarags Calcio.