Approvata dalle Camere la legge sull’equo compenso, che restituisce dignità ai liberi professionisti, offrendo contestualmente alla società civile maggiori garanzie di qualità delle prestazioni professionali.
Gli architetti agrigentini esprimono il proprio compiacimento per l’esito parlamentare della legge, a lungo invocata dalle professioni tecniche.
“Il provvedimento – afferma il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola – è fondamentale per superare le grandi criticità introdotte dal Decreto legge 223/2006 e da altre norme successive che, puntando a una demagogica liberalizzazione del mercato, avevano alimentato nel tempo casi eclatanti come quello di Catanzaro dove, nel 2016, è stata affidata la redazione di un piano regolatore comunale a fronte di un compenso di un euro, mortificando la professionalità dei tecnici incaricati, le regole più elementari per garantire la qualità delle prestazioni professionali richieste e i principi di libera concorrenza e pari opportunità. Adesso diventano nulle le clausole contrattuali che non prevedono un equo compenso, proporzionato alle prestazioni professionali richieste e calcolato facendo riferimento al cosiddetto “decreto parametri” (DM 16 giugno 2016), il quale dovrà comunque essere adeguato alle regole del nuovo codice dei contratti che ha accorpato in due fasi i tre vecchi livelli della progettazione. L’Ordine degli Architetti – conclude La Mendola – in attuazione all’art.13 della Legge Regionale n°12 del 2011, offre la propria disponibilità a supportare, in sinergia con altri Ordini professionali dell’area Tecnica, le stazioni appaltanti nel calcolo dei corrispettivi, in conformità al cosiddetto decreto parametri, da porre a base di gara negli affidamenti di consulenze specialistiche e servizi tecnici come la progettazione, la direzione ed il collaudo dei lavori”.