“Oro bianco”, nove condanne da confermare in Appello

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Mafia e droga a Palma di Montechiaro: la Procura Generale di Palermo invoca la conferma di nove condanne inflitte in abbreviato dal Tribunale. I dettagli.

Il 26 gennaio del 2022, innanzi al Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Palermo, il pubblico ministero Pierangelo Padova, al termine della requisitoria nel giudizio abbreviato, ha chiesto 13 condanne e 3 assoluzioni nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Oro bianco” su presunte ipotesi di reato, gravanti a Palma di Montechiaro, legate all’associazione mafiosa e alle sostanze stupefacenti. Poi il 22 luglio scorso è stata emessa sentenza.
Rosario Pace, 60 anni, 16 anni di reclusione.
Poi 12 anni di reclusione per l’ex consigliere comunale di Palma di Montechiaro, Salvatore Montalto, 52 anni, morto nel sonno il 18 gennaio scorso nel carcere di Cagliari.
Gioacchino Rosario Barragato, 60 anni, 12 anni di reclusione.
Francesco Bonsignore, 55 anni, 5 anni e 8 mesi. Sarino Lauricella, 51 anni, 12 anni.
Domenico Manganello, 47 anni, 18 anni e 8 mesi. Giuseppe Morgana, 36 anni, 10 anni e 8 mesi. Emanuele Pace, 34 anni, 10 anni.
Gioacchino Pace, 41 anni, 16 anni e 8 mesi. Giuseppe Blando, 46 anni, di Favara, fratello dell’amico di Giovanni Brusca, Domenico, 11 anni e 8 mesi.
Ebbene, adesso, in secondo grado, in Appello, il sostituto procuratore generale, Emanuele Ravaglioli, ha proposto alla Corte la conferma delle 9 condanne inflitte in primo grado. Prossima udienza il 13 luglio per le arringhe difensive.
All’alba del 13 gennaio del 2021 hanno lavorato i Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento coordinati dalla Procura antimafia di Palermo. Oltre 200 militari sono stati impegnati nell’operazione antimafia “Oro bianco”. I provvedimenti giudiziari eseguiti sono stati complessivamente 35, tra cui 12 misure cautelari in carcere, e 23 avvisi di garanzia. Il reato contestato è il 416 bis, l’associazione a delinquere di stampo mafioso. In uno dei capi di imputazione si legge: “Gli indagati si sarebbero avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo, e delle condizioni di assoggettamento ed omertà che ne derivano, per commettere gravi delitti, acquisire la gestione o il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici e procurare voti eleggendo propri rappresentanti in occasione delle consultazioni elettorali”. E tra gli inquisiti emersero tra gli altri il palmese Rosario Pace, a capo del presunto omonimo clan stiddaro e cugino di Domenico Pace, 55 anni, tra i killer del giudice Rosario Livatino, ed il consigliere comunale di Palma di Montechiaro, Salvatore Montalto. Le indagini sono state avviate a Palermo dove è stato intercettato un ingente traffico di droga gestito insieme alle famiglie mafiose agrigentine, ed in particolare alla famiglia del “Paese del Gattopardo”. Carabinieri e magistrati si sono avvalsi anche delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia di Favara, Giuseppe Quaranta.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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