Pagamenti alle imprese: forse fumata bianca

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Il ragioniere generale della Regione sarebbe pronto a consegnare a Schifani il decreto finale del riaccertamento dei residui. Si sbloccano circa 900 milioni di euro per le imprese creditrici.

Si è ipotizzato, o quanto meno auspicato, che le imprese siciliane fossero pagate dalla Regione per lavori già conclusi prima del voto per le elezioni Regionali e Politiche del 25 settembre. E invece non è accaduto, nonostante le tante promesse. Nello Musumeci lo scorso primo settembre, a fronte dei gravi ritardi nei pagamenti più volte denunciati dall’Ance, l’Associazione dei costruttori edili, ha strigliato la burocrazia regionale definendola “infingarda”, un termine poco ricorrente, e che nel dizionario dei sinonimi è: pigra, inattiva, inoperosa, svogliata, scansafatiche, sfaccendata, indolente, poltrona.

Già in altre precedenti occasioni Musumeci si è espresso allo stesso modo: “Mi riferisco all’efficienza, ai tempi che la nostra burocrazia regionale impiega per liquidare una fattura, per erogare delle risorse. Sono impiegati inetti e incapaci che andrebbero sostituiti. Non sono tutti. E’ ovvio. Ci sono dipendenti che bruciano i tempi ma ce ne sono altri che bruciano le speranze”. Ebbene, il primo settembre, al tramonto dell’estate e della legislatura, il presidente della Regione ha diffuso una circolare di rimprovero ai dirigenti dei Dipartimenti, “colpevoli di bloccare i pagamenti alle imprese”. E poi ha aggiunto raccomandando: “Superare i gravi ritardi nei pagamenti delle fatture da parte dei diversi rami dell’amministrazione regionale nei confronti delle imprese affidatarie di lavori e servizi pubblici. Sono ritardi che a loro volta influiscono sui pagamenti ai dipendenti e ai fornitori delle imprese, compromettendo, in alcuni casi, la stessa sopravvivenza delle imprese”.

Nel dettaglio si tratta di circa 900 milioni di euro, relativi a pagamenti che le imprese attendono dal giugno del 2021. Il ritardo è legato al mancato riaccertamento dei residui attivi del 2021 (ecco il perché della burocrazia “infingarda”). Per i poco tecnici si tratta di una verifica contabile che riguarda l’attualità di ogni singola uscita rispetto a quando fu programmata. Sarebbero ben 22mila le voci di spesa oggetto del riaccertamento. Ebbene, nei prossimi giorni il ragioniere generale della Regione, Ignazio Tozzo, depositerà, o dovrebbe depositare, sul tavolo del neo presidente, Renato Schifani, il decreto finale del riaccertamento.

Nel frattempo alcuni assessorati hanno già firmato i primi mandati di pagamento per le imprese creditrici, come al dipartimento Infrastrutture, diretto da Fulvio Bellomo, che nella settimana in corso ha autorizzato alcune centinaia di mandati di pagamento. L’Associazione dei costruttori edili è cauta se non diffidente, e non si pronuncia. Lo scorso 19 settembre, a pochi giorni dal voto, il presidente dell’Ance, Santo Cutrone, annunciò che l’associazione avrebbe denunciato i dipendenti regionali per “ammutinamento” perché – spiegò – paradossalmente i soldi in cassa ci sono, ma mancano le pratiche”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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