Finita la requisitoria, il sostituto procuratore della Repubblica, Cecilia Baravelli, ha avanzato una richiesta di condanna nei confronti di 16 impiegati del comune di Palma di Montechiaro accusati di assentarsi dal posto di lavoro. Il pubblico ministero ha anche richiesto l’assoluzione per altre quattro persone. L’accusa è di truffa per essersi allontanati arbitrariamente dal posto di lavoro per sbrigare faccende personali.
Un anno e tre mesi di reclusione, invece, sono stati chiesti nei confronti di: Grazia Arcadipane, 57 anni; Matteo Bordino, 65 anni; Renato Castronovo, 69 anni; Maria Collura, 60 anni; Giuseppe Calogero Petrucci, 61 anni, Anna Provenzani, 57 anni e Silvana Cancialosi, 58 anni. E poi ancora: un anno e 10 mesi per Gioacchino Angelo Palermo, 63 anni e un anno ciascuno per Vittorio Inguanta, 69 anni, Rosario Salerno, 61 anni e Rosario Zarbo, 57 anni.
Quattro gli imputati per i quali l’accusa ha invece chiesto l’assoluzione: Calogero Mario Di Caro, 64 anni, Concetta Maria Di Vincenzo, 54 anni; Francesco Lo Nobile, 72 anni, e Baldassare Zinnanti, 69 anni. Per il pubblico ministero, infatti, “gli allontanamenti dal posto di lavoro sono stati chiariti con motivazioni di servizio o sono stati ritenuti di modesta entità e, quindi, inoffensivi”.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Agrigento ed eseguita dai carabinieri di Palma di Montechiaro, risale al 2016. L’indagine portò alla sospensione di 11 dipendenti e all’iscrizione nel registro degli indagati di 24 persone. Tra questi c’era chi entrava alle 8 e esce appena un’ora e quaranta minuti dopo, senza peraltro farvi più ritorno e senza timbrare il cartellino. C’era l’impiegata che timbrava il cartellino, risaliva in auto, e se ne andava. E c’è anche chi risultava regolarmente al lavoro ma in realtà era al bar.