“Palma e Petralia”, ecco le motivazioni

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“Depistaggio via D’Amelio”: dopo l’archiviazione dell’inchiesta a carico dei magistrati Palma e Petralia sono state depositate le motivazioni.

Dunque la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, Simona Finocchiaro, accogliendo quanto proposto dalla Procura diretta da Maurizio De Lucia, ha disposto l’archiviazione dell’indagine a carico dei magistrati Carmelo Petralia e Annamaria Palma. Si tratta dell’inchiesta sul depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio contro il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Petralia e Palma, all’epoca componenti del pool indagante diretto dal defunto Giovanni Tinebra, sono stati indagati per concorso in calunnia aggravato dall’avere favorito Cosa Nostra e dalla circostanza che dalle presunte calunnie sono derivate condanne superiori ai 20 anni di carcere. Per la stessa ipotesi di reato sono attualmente sotto processo a Caltanissetta tre poliziotti, il funzionario Mario Bo, ex capo del gruppo d’indagine “Falcone – Borsellino”, e gli ispettori in pensione Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, che si occuparono della tutela di tre falsi pentiti, Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci. I tre poliziotti sono imputati di avere suggerito ai tre falsi collaboratori la versione da fornire agli inquirenti e i nomi da indicare quali responsabili della strage. La falsa verità, a cui tanti anni i giudici hanno creduto, è costata la condanna all’ergastolo a sette innocenti. Poi tale falsa verità è stata picconata e distrutta dalle rivelazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. L’ex killer di Brancaccio si è accusato della strage e ha ricostruito quanto accaduto realmente. I sette ingiustamente condannati sono stati scarcerati e adesso sono parte offesa dei reati contestati dalle Procure di Caltanissetta e di Messina. Carmelo Petralia oggi è Procuratore aggiunto a Catania. Annamaria Palma è Avvocato generale a Palermo. Entrambi, ascoltati in dibattimento a Caltanissetta, hanno respinto le accuse di depistaggio, negando di avere “preparato” (tra virgolette) il pentito Scarantino, e hanno sottolineato che a coordinare le indagini sulla strage del 19 luglio 1992 sono stati altri magistrati. Nelle motivazioni dell’archiviazione delle indagini a carico di Petralia e Palma, la giudice Simona Finocchiaro scrive: “Ci furono anomalie tecniche, giuridiche e valutative, ma niente dolo, né consapevolezza di volere accusare ingiustamente degli innocenti. L’attività di indagine non ha consentito di individuare alcuna condotta penalmente rilevante a carico dei magistrati indagati che fosse volta indurre consapevolmente Scarantino a rendere false dichiarazioni. D’altronde, senza la successiva collaborazione di Gaspare Spatuzza, della falsità delle dichiarazioni di Scarantino non vi sarebbe stata alcuna certezza”. E poi, in riferimento agli improvvisi stop alle registrazioni delle conversazioni dei magistrati con Scarantino, la giudice Finocchiaro scrive: “Anche qualora si volesse ritenere che le registrazioni furono interrotte volontariamente, non vi sarebbe comunque modo di risalire al contenuto della conversazione né ai motivi dell’interruzione. Il sospetto di un’interruzione delle registrazioni per motivi illeciti, seppur legittimo, rimarrebbe una mera ipotesi che non potrebbe mai assurgere al rango di prova, nemmeno indiziaria, su cui fondare una condanna per calunnia”.

 

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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