“Ho letto con stupore alcuni titoli di oggi apparsi su qualche testata giornalistica on line e ritengo che gli stessi siano fuorvianti in quanto fanno comprendere al lettore che il mio stalker, ecco chiamiamolo così, sia uscito dal carcere e tornato a molestarmi. Ma non è affatto così! I fatti risalgono al luglio scorso e le dichiarazioni del magistrato Walter Carlisi si riferiscono all’epoca dei fatti! Ciò non evita di farmi star male al solo fatto che se ne riparli”.
Inizia con queste parole Simona Vella, giovane imprenditrice agrigentina, alla ribalta delle cronache nel luglio scorso quando fu presa di mira da Salvatore Russotto, 28 anni, facendole passare davvero dei momenti brutti. Mise in atto una serie di spedizioni punitive contro Simona assai raccapriccianti fino ad arrivare al punto di devastare ogni cosa presente nella sua attività commerciale di via Atenea.
Il Russotto fu arrestato e da quel momento Simona cominciò a rivivere con un grosso sospiro di sollievo. Si mobilitarono tutti, stampa, amici comuni, semplici cittadini che presero a cuore la vicenda di Simona cercando di dimostrare a lei l’affetto più possibile.
Ma Simona, nonostante la mobilitazione, non è stata mai tranquilla. Vive con l’incubo che un giorno, prima o poi, il suo persecutore possa tornare in libertà. E per lei saranno di nuovo guai e tanti, tanti, tanti rischi.
Dice Simona: “Ringrazio il magistrato che parla di fallimento delle misure di sicurezza adottate nei confronti del Russotto; non a caso – continua Simona – lo stesso magistrato dichiara che ‘l’unica speranza sia la permanenza della custodia in carcere nell’ambito di un altro procedimento’. Che poi – sottolinea Simona – è lo stesso nei miei riguardi”.
Simona non è serena e non nega affatto il suo stato di inquietudine. Dice: “Io sono sempre in attesa dei provvedimenti giudiziari che verranno presi nei confronti del Russotto. Lui per adesso è in carcere e mi sento apparentemente tranquilla ma se mai dovesse uscire i miei problemi inizierebbero in tutto e per tutto. Lo conosco bene, tornerà a perseguitarmi. Ma la cosa che temo di più, e lo dico con straordinaria lucidità, è il fatto che queste vicende spessissime volte hanno un tragico epilogo. Non vorrei entrare a far parte di questa speciale classifica aggiungendo una croce in più”.
Parole devastanti, quelle di Simona, che devono far riflettere attentamente tutti, nessuno escluso.
Riprende a respirare con meno affanno e continua: “State certi che è come vi dico io; il Russotto, che si sente ingiustamente detenuto in carcere, è un grande attore. Confido molto nella giustizia perchè solo io conosco bene le pene dell’inferno che ho vissuto; ho convissuto anche con la morte e vi assicuro che non è una bella cosa”.
Che vuol dire convivere con la morte?
“Vuol dire – replica Simona – che io temo che ciò possa accadere anche nei miei confronti perchè la situazione è tragica. Questo concetto lo affido ai magistrati che si occuperanno di questo caso: sappiano che ho paura di morire…”.
Simona Vella conclude: “Non credo che fino ad oggi ci sia stata una pena esemplare, ma spero che le dichiarazioni del magistrato Carlisi possano essere da esempio nel prossimo futuro. Quelle parole non possono passare inosservate…”.
E non solo per il dott. Carlisi…