“Per ottenere i contributi – spiega Giuseppe Sciarabba, presidente dell’Agenzia di sviluppo del Mezzogiorno e direttore del Gruppo di azione Locale Terre Normanne – è necessario predisporre specifici progetti orientati, in particolare, al miglioramento del funzionamento ordinario del museo, alla realizzazione di interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche, all’implementazione della fruizione del patrimonio attraverso la digitalizzazione e la progettazione di podcast e percorsi espositivi funzionali alla fruizione delle opere e alla predisposizione di programmi di didattica telematica (e-learning). E ancora, i progetti potranno riguardare l’adeguamento alle norme di sicurezza, anche mediante l’adozione di misure di contenimento in conseguenza dell’emergenza da Covid-19, e il potenziamento delle attività di comunicazione e di promozione, anche attraverso la creazione di un sito web”.
Per “piccolo museo”, come recita il bando, si intende una struttura permanente, senza scopo di lucro, aperta al pubblico, che acquisisce, conserva, cataloga, tutela, promuove, comunica, espone e rende fruibile il patrimonio materiale e immateriale, facendo ricerca e divulgazione culturale e offrendo esperienze di educazione e intrattenimento. Piccolo museo, per essere definito tale, deve avere entrate fino a 20 mila euro. Non concorrono al raggiungimento del limite le entrate destinate alle spese per il personale.
“Le domande in forma telematica – aggiunge Sciarabba – vanno inoltrate dall’11 al 25 gennaio attraverso la piattaforma www.piccolimusei.beniculturali.it. Possono partecipare i soggetti che abbiano adottato uno statuto o regolamento, con atto pubblico o privato, in cui risulti l’istituzione dell’ente, la sua organizzazione e la sua missione e che utilizzino modalità di gestione che ‘offrono esperienze originali, esprimendo un forte legame con il territorio e la comunità locale in cui il museo ha sede’. Un altro requisito è l’apertura al pubblico almeno per 24 ore settimanali e l’aver svolto, negli ultimi due anni, almeno cinque iniziative rivolte alla comunità locale e al territorio nel quale operano. Infine, bisogna aver creato almeno una pagina social di comunicazione e promozione del museo e del territorio”.
Intanto per valorizzare il patrimonio museale dell’Isola è stata da poco creata la Rete Cultura su iniziativa dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana guidato da Alberto Samonà. Si tratta di un accordo siglato con i 23 Gruppi di azione locale presenti in Sicilia – organismi intermedi riconosciuti di diritto pubblico operanti per lo sviluppo locale di tipo partecipativo dei territori attraverso progetti finanziati con fondi dell’Unione europea – di cui l’assessorato ai Beni culturali ha intenzione di avvalersi per raggiungere i propri fini istituzionali.