“Pioggia insufficiente, ancora emergenza”

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Le recenti piogge sono state insufficienti ad attenuare la crisi idrica. L’intervento del capo della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina: “Obiettivo pozzi e dissalatori”.

Il capo della Protezione civile regionale smorza l’entusiasmo dopo le ultime piogge in Sicilia. Salvatore Cocina le boccia così: “La pioggia è inferiore alle previsioni, speriamo in fenomeni più consistenti. Abbiamo avuto qualche picco sui monti Sicani. Purtroppo non verrà meno lo stato di emergenza”. Poi, a fronte dell’esaurimento a luglio degli invasi Fanaco e Ancipa, punta tutto sui pozzi, almeno a breve termine, e spiega: “A Roma abbiamo inviato un piano scremato con 46 milioni di euro di interventi da fare entro 6 mesi, rapidi ed efficaci. Sono cose che servono a sopperire al deficit idrico. Si tratta della rigenerazione di pozzi, creazione di pozzi gemelli a quelli esauriti e riattivazione di pozzi abbandonati: 130 pozzi e 30 sorgenti. Ci sono delle interconnessioni che ci consentiranno di spostare l’acqua da dove c’è a dove non c’è. Le aree più colpite sono quelle del Nisseno, del Trapanese, dell’Agrigentino”. Poi, in prospettiva, Cocina aggiunge: “Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza sarà emanata l’ordinanza e noi trasmetteremo il piano da 20 milioni stralciando gli interventi urgenti dal piano da 46 milioni di euro. E stiamo programmando una seconda fase, perché il ministro Musumeci ha confermato un nuovo stanziamento dopo che saranno spesi i 20 milioni. E la Regione sta stanziando ulteriori 16 milioni di euro”. E poi più a medio e lungo termine il capo della Protezione civile conferma l’obiettivo dei dissalatori per scongiurare future emergenze, e prosegue: “Stiamo puntando anche sui dissalatori, non si tratta di interventi nuovi. Abbiamo avuto la fortuna di avere tre grandi siti in Sicilia: Porto Empedocle, Gela e Trapani, dove i dissalatori sono stati dismessi perché le tecnologie erano costose. Oggi abbiamo nuove tecnologie, che producono a costi più bassi. La scelta verso cui ci si sta orientando è quella della riattivazione dei dissalatori. Dei dissalatori attualmente esistenti ma dismessi utilizzeremo il sito, le opere a mare, la condotta di presa a mare e le opere di adduzione. Per i dissalatori saranno spesi 90 milioni di euro dei fondi europei”. Poi il dito sulla piaga della crisi idrica, ovvero il disastro nell’agricoltura, e Cocina spiega ancora: “Siamo al 25% del volume delle dighe. Da febbraio sono stati ridotti i prelievi agricoli dell’acqua e siamo riusciti ad andare avanti. L’ordinanza di protezione civile ha uno stanziamento che non copre i danni all’agricoltura ma le esigenze del settore umano. Per l’agricoltura devono intervenire i ministeri competenti. Ma con la dichiarazione dello stato di emergenza l’assessorato all’Agricoltura ha chiesto proroghe e deroghe che riguardano i finanziamenti comunitari e gli adempimenti degli imprenditori”. Poi sulla immancabile palla di piombo al piede, ovvero ostacoli e ritardi della burocrazia e il conseguente potenziale stallo dei fondi da spendere, Salvatore Cocina replica: “Eviteremo le lungaggini con procedure semplificate, che saranno gestite dai soggetti attuatori. Individueremo i tempi e chi dovrà realizzare gli interventi: per esempio l’Amap, Siciliacque, Caltacque, i Comuni e in alcuni casi i Consorzi di bonifica. Sarà dura ma sulla siccità abbiamo le idee chiare”.

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