Politica, Decio Terrana (Udc): “Tagliare accise sul carburante e ridurre le imposte. Valorizzare energie alternative e produzione gas italiano”

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L’aumento esorbitante dei costi dell’energia e delle materie prime sta gravando pesantemente su condizione economica e qualità della vita di famiglie ed imprese italiane.
Gli effetti drammatici e rovinosi del conflitto tra Russia ed Ucraina stanno generando un riverbero insostenibile su un’Europa già profondamente colpita, al pari del resto del mondo, dall’incedere della pandemia da Covid-19.
In Italia si registrano aumenti di circa il 95% nel primo trimestre del 2022 sulle bollette del gas e oltre il 131% in quelle della luce, con l’aggravio del costo di benzina e gasolio schizzato alle stelle, zavorrato da accise ed Iva.
Una situazione oggettivamente fuori controllo che sta generando una crisi economica e sociale di proporzioni abnormi, coinvolgendo ogni comparto della società. Il dibattito ideologico e politico in merito alle possibili soluzioni da adottare per arginare questo inquietante trend impazza: cittadini, famiglie, mondo dell’industria e dell’imprenditoria a tutti i livelli rischiano un inevitabile tracollo.
Il Segretario regionale dell’Udc Sicilia, Decio Terrana, Responsabile Nazionale Enti Locali del partito centrista, esprime la sua valutazione sul frangente estremamente complesso e delicato che condiziona il presente ed avversa il futuro di ognuno di noi.
In questi contesti di assoluta emergenza su scala mondiale, istituzioni e classe politica devono dar prova a cittadini ed elettori di raziocinio, efficienza e solerzia. La pandemia da Covid-19 ha già dilaniato la nostra società sul piano umano, sociale, sanitario ed economico. Non abbiamo ancora smaltito gli effetti psicologici, emotivi e sostanziali, sgradevole retaggio delle ondate di Coronavirus, che ci ritroviamo a vivere il dramma del conflitto tra Russia ed Ucraina con l’insostenibile riverbero trasversale che ne consegue. Non esiste guerra che abbia ragion d’essere in una società civile. Solidarietà, buonsenso e dialogo devono ispirare la tutela dei beni più preziosi su cui si fonda la nostra esistenza: la vita umana e la pace tra i popoli. L’impennata folle dei costi di luce e gas, unitamente all’aumento esponenziale del prezzo del carburante, sta mettendo in ginocchio famiglie ed imprese italiane. Ritengo sia letteralmente inconcepibile pensare che nuclei familiari ed attività commerciali, che già stentavano a sostentarsi ed a far quadrare i conti in piena recessione economica post Covid, possano reggere autonomamente costi di gestione più che raddoppiati senza andare incontro ad un tracollo. Tagliare l’accise sulla benzina, tassa di scopo ormai diventata da troppo tempo una costante,  riducendo drasticamente l’entità delle imposte su gas e carburante, potrebbe certamente attutire il peso dell’emergenza. Sarebbe di fatto un primo step per sostenere la causa di famiglie e lavoratori ed allentare la morsa della crisi sulla nostra economia. 
Credo sia un dovere da parte di profili ed organi istituzionali di riferimento attualmente al Governo Nazionale, così come di tutta la classe politica, concertare una soluzione per reperire le risorse sufficienti ad ammortizzare i rincari clamorosi che oggi gravano totalmente sulle spalle dei cittadini. Lungaggini e rigidità burocratiche, sterili beghe di partito e questioni di mera opportunità devono essere accantonate senza indugi. Servono fluidità, concretezza ed immediatezza, oltre che una visione più ampia delle strade da percorrere. Penso a forme di incentivazione e sviluppo delle cosiddette energie alternative, al ripristino ed all’utilizzo delle numerose piattaforme da cui è possibile estrarre ingenti quantità di gas sul territorio nazionale. I pozzi potenzialmente attivi, misteriosamente non eroganti, presenti in Italia sono oltre 750. Attivare l’iter burocratico utile ad autorizzarne il funzionamento, procedendo all’estrazione del gas autonomamente e provvedendo al fabbisogno nazionale, implicherebbe costi di gran lunga inferiori a quelli attualmente sostenuti per l’importazione dall’estero. Bisogna fermare ogni forma di speculazione, ottimizzando e valorizzando le risorse interne. Anche in Sicilia – conclude il leader regionale dell’Udc – possiamo fare molto in questo senso: penso ai giacimenti di gas Argo e Cassiopea, situati tra Gela e Licata, facenti parte di un protocollo d’intesa firmato dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2014. Accelerare il processo burocratico e documentale per le relative autorizzazioni, propedeutiche all’attivazione, consentirebbe alla nostra regione di poter implementare la produzione di gas siciliano in misura notevole. Idem il progetto per la costruzione del rigassificatore a Porto Empedocle, tema spinoso e divisivo in ambito politico e sociale su cui servirebbe una profonda ed accurata riflessione, tornato fortemente d’attualità in questi giorni così difficili”.

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