Continua lo scontro a distanza tra la società Realmarina, che gestisce il servizio di Igiene Urbana a Porto Empedocle e il Comune.
Stamattina infatti, le ditte della Realmarina, con Iseda capofila, hanno ufficialmente appreso che il Comune di Porto Empedocle, disattendendo il provvedimento del Tar, ha proceduto a liquidare le spettanze dovute per i servizi resi nel mese di aprile 2024, applicando le detrazioni previste nella determina n. 94 i cui effetti sono stati sospesi dall’ordinanza del TAR.
Il 24 agosto dello scorso, va ricordato, il Comune di Porto Empedocle, preso atto che le procedure di indizione della nuova gara non erano state completate e dell’impossibilità di procedere alla celebrazione di una gara ponte, al fine di evitare l’interruzione di un servizio pubblico essenziale, ci aveva concesso una proroga di un anno, che scade il prossimo 23 agosto, agli stessi prezzi, patti e condizioni previsti dal contratto”.
“A distanza di quasi 10 mesi dalla determina di proroga tecnica del servizio – spiegano i vertici di Realmarina – il 20 giugno scorso venivamo informati che il Comune di Porto Empedocle provvedeva a ridefinire il complesso dei costi decidendo di procedere al recupero della somma complessiva di oltre 410 mila euro di costi non sostenibili, comprensivi di rivalutazione, da detrarre al complesso delle somme dovute per il servizio svolto, da operare progressivamente e in modo proporzionale nella misura di €. 68.431 euro al mese”.
La determina è stata impugnata dal RTI Iseda Capogruppo e il T.A.R. Sicilia- Palermo ha accolto la domanda cautelare proposta dalle società ricorrenti, disponendo la sospensione dei provvedimenti impugnati e ha condannato il Comune di Porto Empedocle al pagamento delle spese di lite per la fase cautelare.
“Stamattina – continuano le imprese – abbiamo appreso che il Comune continua a disattendere le sentenze del Tar mettendo le imprese in una difficile situazione economica che rischia di compromettere la regolarità del servizio. Noi siamo pronti a far valere le nostre ragioni in tutte le sedi, comprese anche quelle penali e contabili. Il rischio è che la collettività empedoclina verrà gravata dai costi (spese legali e interessi moratori) di tale situazione”.