“Una settimana fa denunciavamo potenziali rischi per i lavoratori connessi alla scelta a nostro parere errata, di creare un punto Covid all’interno del San Giovanni di Dio. Oggi che la situazione del contagio sta peggiorando in tutto il Paese ci preoccupa, e allarma soprattutto gli operatori, il silenzio da parte della direzione dell’Azienda”. Così il segretario provinciale della Cisl Fp delle province di Agrigento, Caltanisseta ed Enna Salvatore Parello e il segretario aziendale Alessandro Farruggia tornano sul tema dei posti letto per malati di Sars-Cov2 all’interno dell’ospedale di Agrigento.
In particolare era stato già segnalato che “malgrado la previsione di specifici percorsi, la zona rossa del San Giovanni di Dio così come attualmente pensata, rimarrebbe altamente rischiosa in quanto, con il ripristino delle attività ambulatoriali e la riapertura di alcuni reparti adiacenti come l’ unità operativa di Urologia, la circolazione da parte dell’utenza risulterebbe inevitabile. Per tali ragioni, a differenza del precedente percorso totalmente isolato, il nuovo potrebbe risultare compromettente in presenza anche della più semplice disattenzione”. Sarebbe secondo il sindacato “ancora attuale il rischio connesso a tutti gli accessi non autorizzati alla struttura, stante l’assenza di adeguati presidi, la creazione di assembramenti nelle aree d’ingresso delle unità operative complesse, e la carenza di dispositivi di protezione individuale per i lavoratori.
Oggi, inoltre, si sta verificano uno stravolgimento di tutte le altre attività ospedaliere: si dirotta personale assegnato in altre unità operative verso il Covid depotenziando le unità operative complesse impegnate in altre realtà sanitarie – continuano Parello e Farruggia -. Non si capisce come nonostante l’azienda abbia cinque presidi si debba compromettere il San Giovanni Di Dio, unica struttura capace di garantire una multidisciplinarità di prestazioni”.
Il sindacato inoltre denuncia come al momento ci siano solo due operatori utilizzati a turno più un operatore ausiliario per assistere una trentina di soggetti ricoverati nel reparto Covid dell’ospedale. “E’ unq situazione chiaramente intollerabile non solo per i sacrifici che questo personale deve sopportare, ma soprattutto perché già da mesi chiediamo che si prendano i provvedimenti necessari per prepararsi a questa seconda ondata. Abbiamo più volte denunciato ritardi e silenzi e oggi crediamo non ci sia più tollerabile questo atteggiamento. Per questo siamo pronti anche a iniziative di protesta, pur consapevoli della delicatezza del momento”.