A consuntivo degli incontri e delle audizioni che si sono susseguite è fumata nera sull’aumento delle ore lavorative ai precari della Regione e degli Enti Locali.
Precari sono e, seppur stabilizzati, precari saranno ancora. Il pressing della Regione e dei sindacati, mantenuto nella settimana scorsa, non ha sortito nulla di positivo. A consuntivo degli incontri interlocutori e delle audizioni in Commissione Affari Istituzionali all’Assembla regionale, i Comuni siciliani si sono dichiarati incapaci ad aumentare le ore lavorative degli ex precari, oggi dipendenti part time. Dopo la stabilizzazione, a spese della Regione, gli Enti locali non sono disposti ad incrementare le ore perché dovrebbero caricarsi la spesa degli aumenti. Con molti Municipi siciliani sull’orlo del dissesto o pre-dissesto, ciò è complicato se non impossibile. E i sindacati confermano. Il Csa – Cisal afferma: “I Comuni non riescono da soli a risolvere l’atavico problema dei lavoratori precari o part-time. E’ necessario che la Regione intervenga per effettuare le stabilizzazioni e portare a tempo pieno migliaia di dipendenti senza i quali molti Enti locali non potrebbero più erogare servizi. I Comuni sono senza personale per fare fronte alle tante sfide che si presentano loro a partire da quelle della programmazione comunitaria e del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Vi sono oltre 4.000 Asu ed Lsu da stabilizzare, e circa 12.000 lavoratori che da 25 anni sono part-time. Servono retribuzioni adeguate al sostentamento delle famiglie, e i Comuni non possono essere lasciati soli perché già alle prese con cronici problemi di bilancio. Per i Comuni siciliani è una lenta e pericolosa agonia. I 12.000 mila lavoratori matureranno il diritto a una pensione da fame, inferiore a quella minima, mentre i 4.000 Asu non la vedranno mai. Nel primo caso si tratta dei lavoratori part-time degli Enti locali, gli ex contrattisti e articolisti, stabilizzati negli scorsi anni, assunti con diversi orari di lavoro e che generalmente non superano le 24 ore di servizio settimanali. Occorre reperire le risorse per arrivare alle integrazioni orarie. Non si tratta solo di una battaglia per la dignità del lavoro pubblico ma di una sfida che richiede un’azione di sistema delle forze sociali, sindacali e dell’Anci Sicilia. Il Csa-Cisal è pronto a continuare il confronto in modo costruttivo”. I Comuni siciliani in dissesto o pre-dissesto sono attualmente 110 e il numero aumenta di giorno in giorno. Tra essi, i Comuni più importanti, per numero di abitanti, sono Palermo, Catania e Messina. Nella provincia messinese, sull’orlo del precipizio vi sono altre città di rilievo come Barcellona, Milazzo e Taormina.