Presunta “cresta” sul calcestruzzo, chiesta condanna di un siculianese

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La pubblico ministero della Procura antimafia di Palermo, Federica La Chioma, a conclusione della requisitoria, ha chiesto la condanna a 12 anni di reclusione a carico dell’imprenditore di Siculiana, Antonino Gagliano, 51 anni, imputato di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, a danno di un altro imprenditore, di Porto Empedocle. L’estorsione si sarebbe concretizzata come “cresta” su alcuni lavori edili a Porto Empedocle ed a Siculiana. Gagliano avrebbe usato fatture gonfiate sulle forniture di calcestruzzo all’altro imprenditore ricevendo, come “cresta”, il pagamento di circa 2mila euro complessivi. Gagliano, difeso dall’avvocato Calogero Meli, si è sempre difeso sostenendo che l’imprenditore che lo accusa ha mentito per non pagargli la fornitura di calcestruzzo.

 

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