Tramontata l’ipotesi delle elezioni di secondo livello nelle Province. L’Assemblea Regionale attenderà l’approvazione della riforma da parte del Parlamento.
Prima l’approdo in pompa magna all’Assemblea Regionale, l’entusiasmo per il ripristino dell’elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri delle nove Province siciliane, poi la clamorosa bocciatura, complici voto segreto e ‘franchi tiratori’, del disegno di legge di riforma delle Province, il congelamento della crisi di governo a dopo le elezioni Europee e l’ipotesi, caldeggiata da Schifani e condivisa subito da Raffaele Lombardo, di procedere lo stesso al voto a giugno ma con l’elezione indiretta di secondo livello, ovvero a votare sarebbero stati solo i sindaci e i consiglieri comunali di ciascun Comune della provincia interessata. E ciò soprattutto per superare la fase dei commissariamenti in corso da oltre 10 anni.
Ebbene no: dopo avere incassato l’ok da parte del Movimento per le Autonomie, Renato Schifani ha proseguito il giro delle consultazioni, e molto verosimilmente ha incontrato degli ostacoli, non politici ma tecnici. Infatti, per evitare una probabile impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri, si è deciso di attendere che il Parlamento nazionale approvi la legge di riforma dell’attuale legge Delrio, e poi l’Assemblea Regionale siciliana recepirà il testo approvato a Roma, evitando così incostituzionali “fughe in avanti”. Quanto di turbolento accaduto, tra Sala d’Ercole e Palazzo d’Orleans, non ha scosso più di tanto gli assetti della maggioranza di centrodestra alla Regione.
Almeno così è secondo Schifani, che rassicura: “Non c’è nessuna tensione in giunta. Ho organizzato degli incontri bilaterali con le forze politiche di maggioranza perché ho ritenuto utile stabilire alcune regole in merito al voto segreto all’Assemblea Regionale, fermo restando che si tratta di un’anomalia che non esiste in nessun’altra regione. Andiamo avanti serenamente, ho trovato in tutti piena volontà di sostegno al governo. Anche perché, nei prossimi mesi, ci aspettano riforme importanti per lo sviluppo della nostra Isola”.
E poi il presidente ha sottolineato: “La riforma del sistema elettorale nelle ex Province è un capitolo chiuso. Se ne riparlerà quando il Parlamento nazionale approverà questa riforma. Intanto, alla scadenza dei commissariamenti daremo attuazione alla legge Delrio, perché siamo tenuti a farlo”. Di diverso avviso, in riferimento alla stabilità della coalizione di centrodestra, è il capogruppo del Partito Democratico a Sala d’Ercole, l’agrigentino Michele Catanzaro, che ribatte: “Schifani tenta di minimizzare l’accaduto, facendo finta che non sia successo nulla, ma i problemi della maggioranza non sono superati. Questo centrodestra, inoltre, viene guidato da Roma, ma in Sicilia non sta insieme per una visione bensì per una mera opportunità politica di divisione del potere. Si muove solo per mettere in piedi delle prebende nei territori in favore degli assessori-candidati alle Europee”.
Giuliana Miccichè