\”Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando\”. Il suicidio a 17 anni. Chiesti 2 rinvii a giudizio

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\”Nessuno di voi sa e saprà mai con cosa ho dovuto convivere da un periodo a questa parte… Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando. Ho provato a conviverci e in alcuni momenti ci riuscivo così bene che me ne fregavo, ma dimenticarlo mai.. E allora ho pensato… Perché devo sopportare tutti i momenti no, che pur fregandomene, sono abbastanza stressanti, se anche quando tutto va bene e come dico io, il mio pensiero è sempre là? Non sono una persona che molla, una persona debole, io sono prepotente, voglio cadere sempre in piedi e voglio sempre averla vinta, ma questa volta non posso lottare, perché non potrò averla vinta mai, come però non posso continuare a vivere così, anzi a fingere così…\”.

Questo il post nella sua pagina di facebook, poi il suicidio avvenuto alla Rupe Atenea. Finisce la vita di Alice, giovane 17enne agrigentina la quale non è riuscita a convivere con quell\’incubo ampiamente e drammaticamente impresso su facebook.

La Procura di Palermo ha chiesto al Tribunale il rinvio a giudizio di due dei quattro indagati, di 26 e 27 anni, entrambi agrigentini, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Alice Schembri, la ragazzina che si suicidò a 17 anni di età il 18 maggio del 2017 lanciandosi nel vuoto dalla Rupe Atenea ad Agrigento. La prima udienza preliminare è in calendario il prossimo 4 ottobre innanzi al giudice per le udienze preliminari, Marco Gaeta. Altri due indagati, minorenni all’epoca di quanto sarebbe accaduto, sono sotto vaglio giudiziario da parte della Procura dei minori. Ai quattro si contestano i reati di violenza sessuale di gruppo con minore, e poi produzione di materiale pedo-pornografico. E si tratta di una ipotesi di reato che ha determinato il trasferimento dell’inchiesta da Agrigento a Palermo. Secondo i magistrati inquirenti, Luisa Bettiol e Giulia Amodeo, i quattro ragazzi avrebbero abusato della ragazzina registrando dei video poi diffusi. I due imputati di 26 e 27 anni sono difesi dagli avvocati Daniela Posante e Antonio Provenzani.

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