Raddoppio ss 640, nuova inchiesta giudiziaria, scattano gli avvisi di garanzia

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L’ipotesi di reato è peculato, associazione mafiosa, frode in pubbliche forniture e traffico illecito dei rifiuti: una nuova inchiesta giudiziaria si abbatte sulle imprese che stanno lavorando al raddoppio della strada statale 640 che collegherà Agrigento con Caltanissetta e lo svincolo per l’autostrada.
Dopo i procedimenti degli anni scorsi, la Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta sta indagando sul rifacimento del ponte San Giuliano, uno degli ultimi viadotti che porta alla galleria che collega con l’autostrada Palermo-Catania. Nelle scorse ore il sostituto procuratore del tribunale nisseno, Simona Russo, ha delegato ai finanzieri una vasta attività di perquisizione e sequestro facendo notificare, contestualmente al prelievo di documenti, oggetti e materiali, delle informazioni di garanzia. L’indagine ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei vertici delle imprese che stanno eseguendo i lavori. Le informazioni di garanzia, come sempre molto “criptate” e sintetiche per non scoprire le carte nella fase decisiva dell’istruttoria degli inquirenti, comunicano un’indagine per una serie molto lunga di reati: innanzitutto il peculato oltre alla frode in pubbliche forniture, il disastro ambientale, il crollo colposo, la truffa aggravata, l’abuso di ufficio, l’associazione mafiosa e il traffico illecito dei rifiuti.

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