La Corte dei Conti a sezioni riunite boccia le politiche finanziarie di risanamento del governo Musumeci. Entro il 2021 da pagare 2 miliardi e 103 milioni di euro. Le reazioni.
Con la Corte dei Conti si scherza poco e niente. Mica i giudici contabili galleggiano tra proclami e annunci. Loro ragionano e giudicano con i numeri. E la matematica non è mai stata una opinione. Dunque è così: la Regione Siciliana dovrà appostare nell’esercizio finanziario per il 2019 le coperture del disavanzo, ovvero 1 miliardo e 103 milioni di euro. Caspita. Accipicchia. Sì, lo hanno scritto i giudici della Corte dei Conti, che si è riunita a Palermo in presenza del governo Musumeci, nella relazione sulla parifica del rendiconto del 2018. E non si tratta soltanto di 1 miliardo e 103 milioni di euro: occorre anche un altro miliardo di euro che, però, potrà essere coperto nei prossimi esercizi finanziari dopo il 2019 e, comunque, non oltre la durata della legislatura, quindi entro il 2021. I giudici contabili, nel leggere la relazione al cospetto del presidente Musumeci e degli assessori, hanno bacchettato il governo, “perché – hanno spiegato – dall’esame dei consuntivi emerge l’inefficacia delle politiche pubbliche per la riduzione del deficit di bilancio e del disavanzo di amministrazione. E la manovra finanziaria è inconsistente, perchè la Regione non è stata in grado di raggiungere nemmeno gli obiettivi minimi che si è essa stessa prefissa con la finanziaria, e anche con gli altri strumenti contabili. Anzi, addirittura, in talune fasi l’attività della Regione sembra abbia avuto, piuttosto, finalità elusive”. Ecco dunque la condanna inesorabile al pagamento del buco da 1 miliardo e 103 milioni di euro. Subito. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, respinge la palla a centrocampo, la rilancia all’attacco e si difende voltandosi indietro, e le sue parole sono: “La situazione finanziaria della Regione è oggettivamente critica e difficile, ma io mai sono stato direttamente o indirettamente corresponsabile dei disastri finanziari prodotti negli ultimi 25 anni. Col mio governo c’è stata una inversione di tendenza rispetto al passato. Mi conforta non essere mai stato responsabile degli elementi che hanno generato questa crisi. Abbiamo però la responsabilità di fare fronte a quanto ora emerge. Saneremo quanto ci chiede la Corte dei Conti. Copriremo il disavanzo, la responsabilità del bilancio è del governo e quindi faremo quanto serve”. Ribatte l’opposizione, e il Movimento 5 Stelle a Sala d’Ercole, con Luigi Sunseri, commenta: “Se Musumeci vuol esser credibile a Roma occorre che si presenti con un piano di riforme tale che possa rassicurare il governo nazionale sulla buona volontà di quello regionale nel sanare un bilancio ormai distrutto dalla mala politica in anni e anni di malefatte sulle spalle dei siciliani. Se non intende farlo ha due strade: dimettersi o spegnere tutte le luci di ospedali, scuole e città e mettere in vendita Palazzo d’Orleans”.
Angelo Ruoppolo (teleacras)