Da Corte dei Conti e ministero emerge una voragine di quasi 2 miliardi di euro. Il governo Musumeci presenta in Commissione bilancio una manovra di assestamento. Contro i tagli insorgono le opposizioni.
La Regione Siciliana è sprofondata in un buco contabile di quasi 2 miliardi di euro, esattamente 1 milione e 950mila euro. 417 milioni di euro sono il frutto amaro di un ricorso della Corte dei Conti sul rendiconto generale del 2019, e dunque sono in bilico in attesa della sentenza che sarà pronunciata a Roma. E adesso, in prospettiva, sono in cantiere altri 1 miliardo e 533 milioni di euro di tagli in tre anni nelle variazioni di bilancio, che sono altrettanto il frutto amaro di alcuni rilievi giunti dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Pertanto, nonostante la parifica del bilancio 2019 della Regione sia stata sancita meno di un mese addietro, seppur con prescrizioni, incombe ancora uno stato di agonia nelle casse. Sia l’atto di citazione della Corte dei Conti che le bacchettate del ministero provocano effetti a cascata sul piano triennale 2021-2023, compreso l’esercizio finanziario 2021 attualmente in corso, e sul quale, di conseguenza, bisogna subito agire con delle modifiche, e quindi con le variazioni di bilancio, ovvero con una manovra di assestamento, ossia tagli, ordunque riduzioni di spesa. Insorgono le opposizioni. Il capogruppo del Partito Democratico, Giuseppe Lupo, tuona: “Siamo di fronte all’ennesimo pasticcio del governo Musumeci, che ancora una volta tenta di mettere una pezza ai buchi di bilancio emersi dopo l’ultima finanziaria. Solo che questa volta la ‘pezza’ è davvero grande, considerando che si tratta di riduzioni di spesa pari a 65 milioni di euro per il 2021, 923 milioni per il 2022 e 545 milioni per il 2023. Il governo ha infatti presentato in Commissione bilancio quella che, di fatto, è una vera e propria manovra di variazione. A farne le spese sono ancora una volta i cittadini perchè si prevedono tagli a spese previste per le amministrazioni locali, la cultura, lo sport, la scuola, e numerosi servizi che saranno ridotti per colpa di un governo che, da quando è in carica, ha messo in fila una serie di errori contabili e finanziari senza precedenti. Ci opponiamo sia al metodo con cui le variazioni di bilancio sono state proposte, che al merito dei tagli alla spesa. Più nel dettaglio si tratta di tagli per circa 50 milioni in tre anni alle Province, quasi 12 milioni in meno per i Comuni, 2 milioni tolti ai Lavoratori socialmente utili, 1 milione ai Pip, e 12 milioni ai fondi per i pensionati regionali. E poi, tagli per 3 milioni al trasporto pubblico locale, 3 milioni alle scuole, e 2 milioni al trasporto ferroviario. Insomma, le variazioni di bilancio presentate dal governo Musumeci avranno un effetto-domino su diversi capitoli di spesa nei prossimi tre anni. Di fronte ad un fallimento così eclatante, appare perfino ridicolo che qualcuno continui ad accusare ‘chi c’era prima’: questa manovra è la conseguenza dei pasticci dell’ultima finanziaria regionale del governo Musumeci, e purtroppo a pagarne le conseguenze saranno soprattutto i cittadini più deboli, i Comuni e gli enti locali”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)