E’ scaduto l’esercizio provvisorio. La Regione è in gestione provvisoria. Tagli da 250 milioni di euro per pagare la prima rata del maxi disavanzo. I dettagli.
E’ scaduto il termine dell’esercizio provvisorio. E non è stato prorogato, così come secondo volontà del presidente della Regione, Nello Musumeci, che scommette nell’approvazione degli strumenti contabili entro la prima settimana di febbraio. Nel frattempo la Regione è in gestione provvisoria. E ciò provoca una ulteriore riduzione della capacità di spesa del carrozzone regionale. Infatti, con l’esercizio provvisorio in vigore è possibile spendere in dodicesimi. Adesso, invece, in gestione provvisoria, sono assolvibili solo le spese obbligatorie e indifferibili. Tutti puntano il dito contro il disavanzo di oltre 2 miliardi di euro che sarebbe stato ereditato dalla precedente amministrazione regionale, e che bisogna pagare a rate da centinaia di milioni di euro. Ecco perché, per fronteggiare la prima rata del 2019, il bilancio ha subito un taglio di 250 milioni di euro. Ad esempio, per gli Enti Parco, come il Parco Valle dei Templi, 3 milioni e 400mila euro in meno. Le riserve naturali 1 milione e 200mila euro in meno. Per gli Ersu, gli Enti regionali per il diritto allo studio universitario, 2 milioni e 400mila euro in meno. E poi, ancora, falcidiati i fondi per l’Istituto zootecnico, il Brass Group, l’Istituto dell’Olio e del vino, l’Istituto vivai, le Ipab, l’Istituto per l’ incremento ippico, ed il personale della Fiera del Mediterraneo. E poi, come denunciato dal Partito Democratico in conferenza, un maxi taglio da 42 milioni di euro per il trasporto pubblico locale. E poi 8 milioni di euro in meno per i lavoratori Pip, 19 milioni in meno per i Consorzi di bonifica, e altri 8 milioni e 700mila euro sottratti all’Esa, l’Ente per lo sviluppo agricolo. E poi, per pagare le decine di migliaia di forestali a lavoro in Sicilia saranno utilizzati probabilmente i soldi del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Sforbiciate alla formazione ed all’istruzione: 1 milione e 100mila euro in meno all’Università Kore, 601mila euro alle scuole paritarie, 570mila euro ai Consorzi universitari, e 188mila euro per l’assistenza sociale nelle scuole. E poi, nel settore cultura, 1 milione e 600mila euro in meno al Furs, il Fondo unico regionale per lo spettacolo, 1 milione e 800mila euro al teatro Bellini di Catania, 918mila euro al teatro di Messina, 543mila euro in meno a Taormina Arte, e poi 940mila euro in meno nella ex tabella H. E poi, ancora più gravi sono le riduzioni nelle politiche sociali: 450 mila euro in meno per il Rei, il reddito d’inclusione, 2 milioni e 400 mila euro per i progetti individuali dei disabili, 2 milione e 100mila euro ai talassemici, 2 milioni e 300 mila euro in meno ai lavoratori impegnati nei cantieri di servizio, 1 milione e 500mila euro ai ricoveri dei minori, 612mila euro alle vittime del pizzo, 800mila euro ai centri antiviolenza ed alle case di accoglienza, e poi tagli da oltre mezzo milione di euro per Unione ciechi e Istituto Braille.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)