“Regione”, le probabili deleghe agli assessori

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Il mosaico della giunta regionale assume forma più concreta anche in riferimento alle deleghe che probabilmente saranno assegnate agli assessori. Domani si insedia l’Assemblea.

Il mosaico della giunta regionale assume forma più concreta anche in riferimento alle deleghe che probabilmente saranno assegnate agli assessori che lavoreranno al fianco di Renato Schifani. Dopo l’elezione, quasi scontata a meno di imprevisti di percorso, di Gaetano Galvagno, deputato di Fratelli d’Italia, a presidente dell’Assemblea Regionale, il governatore intenderebbe nominare i componenti dell’esecutivo entro domenica. E dunque: donna e tecnico di settore è il profilo più accreditato dalle indiscrezioni per l’assessorato alla Salute, su cui, oltre Forza Italia, riserva attenzione anche Fratelli d’Italia che avrebbe candidato Francesco Paolo Scarpinato alla successione a Ruggero Razza. Poi, in casa Forza Italia, a Marco Falcone, assessore uscente alle Infrastrutture, potrebbe essere assegnata la delega all’Economia, e ad Edy Tamajo al Turismo. La Lega è pronta a designare Luca Sammartino all’Agricoltura oltre a Vincenzo Figuccia che, come nel 2017, ambisce all’assessorato alle Politiche sociali. Poi Roberto Di Mauro, degli Autonomisti, all’Energia, quindi i servizi primari acqua e rifiuti, e poi la cuffariana Nuccia Albano alle Attività produttive. L’assessorato al Territorio e Ambiente potrebbe toccare a Giusi Savarino, già presidente della Commissione regionale Ambiente e Territorio durante la legislatura Musumeci. E il partito di Giorgia Meloni, che otterrebbe anche le Infrastrutture e i Lavori pubblici, lancia in giunta anche Elvira Amata, Alessandro Aricò e Giorgio Assenza. Nel frattempo si insedieranno ufficialmente domani, giovedì, in occasione della prima seduta della 18esima legislatura, i 70 parlamentari regionali eletti lo scorso 25 settembre e si procederà all’elezione del nuovo presidente dell’Ars. In base al regolamento parlamentare, per essere eletto allo scranno più alto di Sala d’Ercole alla prima votazione è necessario ottenere la preferenza da parte dei due – terzi dei deputati, quindi 46 voti. Nel caso in cui nessuno raggiunga tale risultato, nella stessa giornata si procederà alla seconda votazione durante la quale il quorum si abbassa a 36, ossia la maggioranza assoluta dei componenti del parlamento. Se neppure alla seconda votazione si raggiungerà il quorum, allora l’Assemblea si riunirà il giorno successivo, venerdì. Alla terza votazione non servirà più la maggioranza assoluta dei componenti del parlamento, cioè 36, ma la maggioranza assoluta dei votanti: dunque potrebbe essere sufficiente anche un numero inferiore di preferenze rispetto a 36 (ad esempio se i votanti fossero 60, il quorum sarebbe pari a 31 preferenze). Se neppure in tal caso si dovesse riuscire ad eleggere il nuovo presidente, nella stessa giornata di venerdì si procederà alla quarta votazione con un ballottaggio tra i due candidati più votati nel corso della terza votazione: chi tra loro otterrà più preferenze sarà il nuovo presidente dell’Ars. Alla seduta di insediamento le funzioni di presidente pro-tempore dell’Ars saranno affidate al deputato più anziano, che è Giuseppe Laccoto.

Giuliana Miccichè

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