L’Assemblea Regionale ha approvato il “Collegato bis alla Finanziaria”: aumento dei gettoni ai consiglieri comunali. Da oggi l’esame della riforma delle Province.
L’assemblea Regionale ha approvato il cosiddetto “Collegato bis alla Finanziaria”, con 37 voti favorevoli e 20 contrari. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno votato contro il provvedimento, nel cui ambito, tra i vari emendamenti e sub emendamenti approvati, vi è anche quello che consentirà ai Comuni siciliani, se lo vorranno e a spese proprie, di aumentare i gettoni di presenza ai consiglieri comunali equiparandoli ai colleghi del resto d’Italia. Si tratta di un argomento di cui, soprattutto a Palermo dove un gettone vale 97,61 euro per un massimo di 23 al mese, si discute ormai da tempo. Alla fine del 2021 il Parlamento nazionale ha previsto un aumento dei compensi per i sindaci (equiparando per esempio quelli metropolitani ai presidenti di Regione) assegnando a tutti i primi cittadini uno stipendio più elevato, anche se in modo graduale: del 45% in più nel 2022, 68% nel 2023 e 100% nel 2024. E’ stato un ritocco che, a cascata, ha compreso anche vicesindaci, assessori, presidenti dei consigli comunali e consiglieri. Nelle Regioni a Statuto speciale, come la Sicilia, la norma nazionale, da recepire, è stata collegata e approvata con la Finanziaria 2022, specificando che la maggiore spesa sarebbe stata a carico degli stessi Comuni. Tuttavia, per un cavillo normativo, l’aumento non sarebbe stato applicabile ai consiglieri comunali. Ecco perché si è rimediato adesso tramite il “Collegato bis”, e con il sostegno politico dell’Anci, l’Associazione dei Comuni di Sicilia. Antonio De Luca, capogruppo del Movimento 5 Stelle che ha votato contro, spiega: “Non siamo contrari in linea di principio, ma l’argomento non andava affrontato in Prima commissione e si sarebbe dovuta evitare la disparità con i Comuni più piccoli visto che si agevolano solo le grandi città come Palermo. In quelli più piccoli infatti i consiglieri percepiranno cifre irrisorie e, se volessero aumentarle, peserebbero sulle casse dei Comuni”. Nel frattempo da oggi è all’esame della Commissione Affari Istituzionali all’Ars il disegno di legge sulle Province, per la riforma del relativo sistema elettorale. In proposito, il presidente della Commissione, Ignazio Abbate, e il capogruppo Dc, Carmelo Pace, affermano: “Il termine per presentare gli emendamenti è scaduto e adesso inizia l’esame in Commissione, da concludere prima della chiusura estiva, fissata per il prossimo 5 agosto. Subito dopo il testo sarà incardinato dall’Aula per l’esame e il voto finale, che si prevede possano avvenire già a settembre, alla ripresa dei lavori. Tornare a rinnovare questi organi vuol dire ridare dignità alle istituzioni e responsabilizzare una nuova classe dirigente vicina ai territori. E farlo subito significa rilanciare l’azione amministrativa e di sviluppo nel più breve tempo possibile”.
Giuliana Miccichè