E’ contestato il disegno di legge di riforma del sistema idrico in Sicilia approvato dalla Giunta Musumeci. L’intervento dell’assessore Daniela Baglieri.
Sono divampate polemiche infuocate a seguito dell’approvazione da parte della Giunta regionale del disegno di legge di riforma del sistema idrico in Sicilia, poi transitato nella Commissione alle Attività produttive all’Assemblea Regionale. Il fine della nuova normativa del settore è un riordino complessivo dopo scandali e provvedimenti d’emergenza per evitare le interruzioni del servizio. Il cardine della riforma è l’istituzione di un unico Ato idrico, ovvero un Ambito territoriale ottimale regionale, e si intende così garantire criteri di efficienza ed efficacia con un razionale utilizzo della risorsa idrica, e poi economicità tramite una tariffa unica per l’intera regione.
E allora perché le polemiche? Perché i contrari sostengono che, applicando la riforma, gli acquedotti saranno sottratti a SiciliAcque, cancellando così la riforma del 2015 approvata dopo il referendum tramite cui il 90% circa degli italiani si è espresso a favore della restituzione al pubblico della gestione del servizio idrico. Pertanto sarebbe una marcia indietro, verso la gestione in concessione ai privati in una regione, la Sicilia, dove il prezzo dell’acqua è già tra i più cari in Italia.
Ebbene, ai contrari replica l’assessore interessato, ovvero Daniela Baglieri, con delega ai servizi primari, che smentisce il ripristino della gestione privata, e spiega: “Lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo: nessuna privatizzazione dell’acqua in Sicilia. Da questo Disegno di legge scaturirà finalmente un vasto piano di riqualificazione delle reti di distribuzione e una corretta gestione delle acque. La proposta di legge prevede l’istituzione di un unico Ambito territoriale comprendente l’intero territorio regionale, garantendo efficienza e risparmi. Nel rispetto di ciò che la Corte costituzionale ha già dichiarato, questo disegno di legge non detta nessuna norma che disciplini la gestione della risorsa idrica in Sicilia ma cerca di ridisegnare una nuova regia”.
E poi la Baglieri conclude: “Il governo Musumeci, nel ribadire che l’acqua è un diritto di tutti i siciliani, continua nell’impegno affinché la risorsa idrica sia tutelata e salvaguardata in termini di sostenibilità e solidarietà. La regolazione pubblica è necessaria perché baluardo certo dei nostri diritti e della consapevolezza dell’importanza dell’acqua per la vita. Al tempo stesso, il presidio pubblico ha il dovere di garantire le migliori forme di gestione di questo bene, secondo criteri che ne assicurino l’accesso e l’erogazione come diritto fondamentale per le generazioni presenti e per quelle future”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)