Sabato e domenica al Teatro della Posta Vecchia la commedia brillante “Gatta ci cova”

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Trama dello spettacolo.
La sorellastra di un ricco proprietario terriero, consigliata da astuti avvocati, gli estorce la donazione di tutte le sue proprietà. Quando lui pero si rende conto del tranello e venuto a conoscenza dell’articolo 1083 del Codice Civile, che riguarda l’eventuale adozione di un figlio, sposerà la sua serva, rimasta incinta del fidanzato deceduto in un incidente d’auto. Purtroppo il bimbo nasce morto e l’uomo disperato sta per andarsene via lontano quando, insperata, giunge la notizia che c’è un gemello, nato vivo. Con il matrimonio e il riconoscimento del bambino, l’uomo rientra in possesso di tutte le sue proprietà liquidando la rapace congiunta. Può, L’articolo 1083, titolo originale di Gatta ci cova, articolo del Codice Civile, che rende nulla una donazione, se si adotta e si legittima un figlio, essere oggetto di una commedia? Antonino Russo Giusti l’ha fatto.

Un po’ di storia
Originariamente il testo si chiamava l’articolo 1083 ma si deve all’arte ed alla mimica di Angelo Musco se questo testo ha raggiunto una certa popolarità tant’è che Gennaro Righelli ne girò un film intitolandolo Gatta ci cova, con lo stesso Musco protagonista coadiuvato dall’inseparabile Rosina Anselmi.
Purtroppo Musco non poté vedere mai questa sua performance perché quando nel 1937 il film fu distribuito egli era già scomparso.
All’autore Russo Giusti (Catania, 1876 – Belpasso, 1957) valente avvocato catanese, bisogna ascrivere, tra l’oltre dozzina di titoli, pure L’eredità dello zio canonico, lavoro anch’esso portato sulla scena e sullo schermo, con esito favorevole, da Angelo Musco.

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