La Procuratore Generale di Caltanissetta, Lia Sava, dichiara l’astensione. Viaggia verso Catania il processo d’Appello ad Antonello Montante. Ad attenderlo l’agrigentino Roberto Saieva.
Lo scorso 10 maggio l’ex presidente di ConfIndustria Sicilia, Antonello Montante, a conclusione del giudizio abbreviato di primo grado, è stato condannato a 14 anni di reclusione da una giudice agrigentina, Graziella Luparello, originaria di Racalmuto. Forse è una predestinazione, una fatalità, inevitabile: in secondo grado, in Appello, sarà interessato ancora un magistrato agrigentino, che però non giudicherà ma sosterrà l’accusa, inquirente anziché giudicante.
Non si tratta di un neofita ma di un togato con un pesante bagaglio di esperienza. Il suo nome è Roberto Saieva, 66 anni, di Agrigento, dove è stato Sostituto Procuratore all’epoca in cui è stato ucciso il giudice Rosario Livatino. Adesso è il Procuratore Generale di Catania. E perché Catania? Non è competente la Corte d’Appello di Caltanissetta? Antonello Montante, originario di Serradifalco, è stato processato dal Tribunale di Caltanissetta. Perché in secondo grado da Caltanissetta a Catania? Perché la Procuratore Generale di Caltanissetta, Lia Sava, ha dichiarato la propria astensione. Lei si è avvalsa dell’articolo 52 del Codice di procedura penale, che prevede l’astensione da un processo “quando ricorrano gravi ragioni di convenienza”.
E quali sono tali gravi ragioni di convenienza? Lia Sava, quando è stata Procuratore Aggiunto a Caltanissetta a fianco del Procuratore Sergio Lari, ha coordinato le indagini a carico di Montante per concorso esterno in associazione mafiosa. Inoltre, Lia Sava è stata citata dagli avvocati difensori di Antonello Montante nella lista di magistrati che con Montante avrebbero avuto “considerevoli e reiterati rapporti di amicizia e frequentazione”. Così è stato scritto quando i difensori di Montante hanno proposto istanza di trasferimento del processo da Caltanissetta ad altra sede, che poi la Cassazione ha rigettato.
Nel frattempo, ad onor di cronaca, le indagini sui rapporti tra i magistrati di Caltanissetta e Montante sono state archiviate penalmente dalla Procura di Catania, e, sotto il profilo disciplinare, dal Csm. E nell’archiviare, il Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ha scritto che “le condotte di alcuni magistrati, per quanto discutibili, non possono certo ritenersi penalmente illecite”. A fronte del trasferimento del processo d’Appello da Caltanissetta a Catania, se confermato, gli imputati condannati in primo grado a Caltanissetta, e, quindi, oltre a Montante, anche Gianfranco Ardizzone, Marco De Angelis, Andrea Grassi e Diego Di Simone, hanno facoltà di opporsi con un ricorso. Se poi Catania sarà definitivamente sede del processo d’Appello, sarà il Procuratore Generale Roberto Saieva a rappresentare l’accusa, a meno che Saieva non incarichi un Sostituto Procuratore Generale.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)