Il Consiglio dei ministri ha impugnato la sanatoria approvata in Sicilia per la sanatoria in aree a vincolo relativo. Esultano Legambiente e Movimento 5 Stelle.
Lo scorso 21 luglio all’Assemblea Regionale Siciliana è stato approvato a scrutinio segreto, con 23 voti a favore e 22 contrari, e quindi per un solo voto, il disegno di legge stralcio in cui è stato inserito, separandolo dal disegno di legge sull’Edilizia, l’articolo 20 sulla mini-sanatoria delle costruzioni abusive ricadenti nelle aree di interesse paesaggistico dove è stato imposto un vincolo di non edificabilità relativa e non assoluta. Il Movimento 5 Stelle, con Giampiero Trizzino, componente della Commissione Ambiente e Territorio, sollevò le barricate e annunciò ricorso affinchè la norma approvata fosse impugnata dal governo nazionale.
Ebbene, il ricorso è stato presentato e adesso il Consiglio dei ministri ha impugnato la sanatoria nelle aree sottoposte a vincolo relativo. Stappa lo champagne Legambiente, e il presidente regionale, Gianfranco Zanna, commenta: “E’ l’ennesima sberla al Parlamento siciliano. Il tempo delle sanatorie è finito e bisogna tutelare il paesaggio. Adesso l’assessore Cordaro si impegni a ripristinare la legalità. Lo avevamo detto e scritto più di un anno fa in una lettera aperta a tutti i deputati regionali di non approvare questa norma anticostituzionale, già cancellata dalla Corte costituzionale, dannosissima, perché alla fine legittima altri abusi edilizi. Ma non siamo stati, ancora una volta, ascoltati, e l’Assemblea regionale è stata di nuovo mortificata. Il governo Musumeci, anziché delle sanatorie, dovrebbe occuparsi di come preservare meglio, di più e in modo concreto, le nostre bellezze paesaggistiche. E adesso ci aspettiamo che lo stesso assessore a Territorio e Ambiente, Cordaro, si adoperi, con lo stesso impegno profuso per la sanatoria, nel risolvere il problema di tutti quei siciliani che, dopo aver compiuto un abuso edilizio, e svanita la prospettiva della sanatoria, dovranno mettere a posto le carte e ripristinare la legalità nei loro immobili. E’ la sfida che gli lanciamo” – conclude Zanna.
E i promotori del ricorso, ovvero i deputati del Movimento 5 Stelle, intervengono così tramite Giampiero Trizzino: “La sanatoria sarebbe stata un condono edilizio che avrebbe consentito agli immobili totalmente abusivi, costruiti in aree di valore paesaggistico, di potere rimanere esattamente dove sono. Siamo felici che Roma, come avevamo chiesto con tanto di nota ufficiale, abbia messo una toppa, una grande toppa, alle spregiudicatezza del governo Musumeci che continua, con i fatti, a dimostrarsi il nemico numero uno dell’ambiente. Sarebbe stato un caso unico nel panorama italiano, ed è per questo che eravamo più che convinti che fosse assolutamente illegittimo: da qualsiasi altra parte, immobili di questo tipo sono abbattuti, ordinando al responsabile il ripristino dei luoghi. Roma ha dato ragione a noi e torto ad un governo che di ambientalista non ha assolutamente nulla. In Sicilia la politica con la ‘p’ minuscola aveva deciso che se hai commesso un reato puoi farla franca. Alla faccia di chi rispetta le regole e paga le tasse. Qualcuno dica a Musumeci che la legge è uguale per tutti. Anche in Sicilia”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)