Sanità: convenzionati esterni in agitazione

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Contro il nuovo tariffario nazionale sui rimborsi per le prestazioni sanitarie, i convenzionati esterni in Sicilia non escludono la protesta ad oltranza. Le rivendicazioni.

Il direttore della Pianificazione strategica all’assessorato regionale alla Sanità, Salvatore Iacolino, incontrerà a breve i rappresentanti dell’ospedalità privata, ovvero strutture sanitarie e ambulatori privati convenzionati con la Regione per i quali il nuovo tariffario nazionale, entrato in vigore lo scorso primo gennaio, riduce anche fino al 60% i rimborsi da parte del Servizio sanitario nazionale, e non copre nemmeno i costi degli interventi.

E dunque sono a rischio le prestazioni sanitarie e si prospetta lo stop alle attività. Già altre Regioni italiane hanno predisposto delle misure finanziarie per compensare quanto manca all’appello. E così si dovrebbe procedere anche in Sicilia. I rappresentanti dei privati convenzionati esterni invocano almeno 60 milioni di euro per adeguare le tariffe, più 40 milioni per la prevenzione tra colon, Hcv e markers tumorali. E ribadiscono che non vi è al momento alcuna possibilità di lavoro perché, ad esempio, vi sono reagenti che adesso sono rimborsati con una perdita del 50 – 60%.

E una struttura non può operare sottocosto. Alessandro Pitruzzella, presidente regionale dell’Ordine dei biologi, che domani parteciperà ad una conferenza stampa a Roma in piazza Montecitorio, afferma: “Chiediamo che si attenzioni il tariffario e si trovino le risorse necessarie per garantire le prestazioni. Attendiamo la sentenza del Tar sui nostri ricorsi il 28 gennaio. Non escludiamo la protesta ad oltranza. In altre regioni, come Lombardia e Toscana, le prestazioni sono rimborsate in maniera adeguata. Speriamo che il nuovo assessore Faraoni, il presidente Schifani e il direttore generale Iacolino riescano a trovare le soluzioni per risolvere i problemi per i pazienti, ponendo fine al rischio di licenziamento dei dipendenti”.

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