di Filippo Cardinale
Come una squadra di calcio in crisi, che ha perso l’impostazione di gioco, che non porta risultati, che subisce lo smacco di rimanere senza campo su cui giocare, il “mister” ha imposto il silenzio comunicando ai giornalisti che saranno proferite parole dopo il termine per la presentazione delle liste in segreteria comunale. Insomma, fino alle ore 12 del 18 maggio (dobbiamo attendere 48 ore), Forza Italia fa come le tre scimmiette: non parla, non vede, non ascolta. La nota indirizzata ai giornalisti vela una sorta di “imposizione”: non chiamateci perché non vi diciamo nulla.
In verità, non occorre attendere le ore 12 di dopodomani. I giornalisti scrivono, vedono, percepiscono, al di là dei “limiti” edificati da chi, in buona sostanza, vive una fase di profonda difficoltà. Vive e lamenta un “silenzio” da parte degli alleati di Palermo, quelli che vivono nelle stanze dei bottoni, ma anche degli alleati del centrodestra di Sciacca.
Oltre all’onta di essere stati “rifiutati” dal candidato sindaco del centrodestra Matteo Mangiacavallo, dopo la festa avvenuta al Torre del Barone con vino e tarallucci e “vivacità” per la riuscita manifestazione elettorale di presentazione della lista e dello stesso candidato Mangiacavallo, oggi Forza Italia vive lo sgomento della donna lasciata dal proprio moroso, dal silenzio palermitano e saccense. Parrebbe, in buona sostanza, che Forza Italia di Sciacca fosse stata lasciata al suo destino.
La conferenza stampa da convocare (eventualmente) dopo la scadenza del 18 maggio da parte di Forza Italia, come comunicato dal coordinatore cittadino, ha una valenza molto relativa.
Se il partito di Berlusconi presenta una lista e un candidato sindaco lo sapremo noi stessi giornalisti essendo presenti a Palazzo di Città la mattina del 18. Se presenta lista alcuna, alea iacta est. E’ ovvio lo sconquasso di una coalizione che accusa segni di disfacimento già da tempo, dal tempo in cui era ancora attivo il Consiglio comunale.
La conferenza stampa a cosa serve? A lanciare minacce del tipo putiniano in vista delle elezioni regionali del prossimo ottobre? Forza Italia ha già un problema, a livello regionale, di gran lunga superiore alla periferica Sciacca. E’ noto la guerra tra le due anime di Forza Italia, una delle quali fa riferimento a Gianfranco Micciché che quotidianamente inietta la dose di veleno nei confronti del presidente della Regione, Nello Musumeci.
Il centrodestra ha dimenticato la velocità con cui “gli amici” di Palermo spedirono i consiglieri comunali a casa con una velocità ancora più competitivo del TAV. Decreto di sospensione e scioglimento del Consiglio comunale si consumarono nell’arco di un tempo che neanche la burocrazia europea porta nel suo Dna.
Gli azzurri saccensi hanno deciso così, di fare silenzio. Più che strategia politica, appare ripiego di fronte ad una illusione di essere partito cardine della precaria coalizione del centrodestra saccense. Un partito, o parte di esso, che non è riuscito a frenare le mire espansionistiche.