Scuola, Aldo Mucci (SGB): “Docenti, categorie sottopagate e ATA con stipendio da reddito di cittadinanza”

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Che occorre spingere per il rinnovo dei contratti collettivi, molti sono scaduti da molti anni non ci sono dubbi. Che sia apra un tavolo di  contrattazione collettiva è essenziale. Che si debbano  garantire livelli salariali dignitosi alle fasce in sofferenza, non ci sono dubbi.  Purtroppo si continua a giocare sulle riforme del reclutamento e della formazione docenti, che ad ogni nuovo ministro,  vengono stravolte, senza portare un centesimo in più nelle tasche degli insegnanti, i quali a fronte a lauree, master, abilitazioni, corsi di specializzazione, rimangono le categorie – non me ne vogliano gli insegnanti – di “morti di fame” rispetto ai loro colleghi europei. Le retribuzioni ATA sono stabilite dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto Istruzione e Ricerca. In base al CCNL, infatti, viene individuato lo stipendio tabellare lordo. Dopo 8 anni di lavoro, lo stipendio di un collaboratore ATA è di 15.531,72 annuo, per un importo  mensile di  euro 1.294,31 lordo. Dopo 9-14 anni di lavoro lo stipendio anno è di 16.918,57, mensile euro 1.409,88 euro lordo. Dopo circa 27 anni di servizio, lo stipendio è di euro 1.576,82 lordo naturalmente.  Ricordiamo che sull’Istruzione, tra investimenti sulle competenze e investimenti sulle infrastrutture, il PNRR ha destinato 18 miliardi di euro. Parliamo di  riorganizzazione del sistema scolastico,  formazione del personale, procedure di reclutamento, sistema di orientamento, riordino degli istituti tecnici e professionali, riforma degli istituti tecnici e professionali. Quello scolastico è diventato un lavoro paradossale, “Cu’ afferra un turcu è suo” espressione tipicamente siciliana che in questo caso si riferisce all’attitudine egoistica di approfittare di situazioni  di disordine, confuse o non perfettamente regolamentate per impossessarsi di qualcosa senza volere renderne conto ad alcuno. Abbiamo inoltrato al Ministro Bianchi una richiesta di  un tavolo, attorno al quale faremo sedere gli attori, di quel mondo precario che ancora oggi, rivendica dignità.

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