Per guardare Sanremo fino alla fine servono forza e resistenza.
Un po\’ perché arrivare a notte fonda per 5 serate di seguito quando al mattino suona la sveglia presto, è da eroi, ma anche perché non sempre la carrellata di canzoni è un piacere.
Quest\’anno tocca ammetterlo, malgrado le rassicurazioni del patron Amadeus che giurava che fossero tutte belle, le canzoni lasciano a desiderare ed anche volendo fare uno sforzo pensando al fatto che ormai non è più il tempo della canonica canzone sanremese, con strofe e refrain, con struttura armonica e testi scritti da parolieri veri, ci sono dei momenti in cui ci si chiede come certe canzoni siano arrivate al Festival. Perché passino i giovani, le nuove leve che vivono di rap e di barre, ma dai cantanti storici e collaudati ci si aspettava qualcosa di più. Ieri sera infatti a deludere è stata proprio Giorgia, superfavorita con \”parole dette male\” che però non convince. Un testo banale, un musica non adatta alla sua vocalità, e così la cantante si trova ad alzare l\’estensione fin quasi a gracchiare. Ben lontani dall\’excursus vocale che ci ha fatto innamorare di lei in tutte le precedenti volte in cui ha calcato il palco Sanremese.
Reduci dal caos causato da Blanco la prima sera, Morandi entra sul palco con una scopa in mano, e ironizza con Amadeus sulle possibilità di eventuali ulteriori imprevisti.
Donna della serata Francesca Fagnani, giornalista bella e brava, famosa ormai per le sue interviste affilate durante la sua trasmissione \”Belve\” che su quel palco, elegantissima, se la cava egregiamente, anche se probabilmente l\’emozione, le accelera il parlato durante la lettura, cosa che non si confà ad una giornalista che conosce bene i tempi e l\’importanza della prosodia dei testi.
Sarà lei a regalare un monologo scritto con i ragazzi dell\’istituto carcerario minorile di Nisida, che pone l\’accento sugli errori piccoli e grandi commessi che non dovrebbero mai precludere un riscatto che tocca a tutti i giovani che hanno commesso un reato, e che ne comprendono l\’errore e la gravità.
Ma non sarà la sola; a riempire il palco ci saranno anche parole toccanti sull\’Iran, sul dolore e sui diritti umani che trovano sul palco di Sanremo un posto giusto, accogliente, adeguato.
A regalarlo è Pegah Moshir Pour, italiana di origini iraniane consulente e attivista dei diritti umani e digitali. Un racconto che si sofferma sulla parola Paradiso mentre dice
La parola Paradiso deriva dall’antico termine persiano Pardis, giardino protetto. Allora io vi chiedo: Esiste un Paradiso Forzato? Ahimè sì…come altro si può chiamare un luogo dove il regime uccide persino i bambini?
Ma Sanremo è canzoni e a tenere banco ieri sera tre signori che hanno fatto la storia della canzone italiana e che hanno regalato al pubblico un pezzo della loro carriera in maniera impeccabile. Morandi con Ranieri e Al Bano, hanno fatto una cavalcata canora con i loro cavalli di battaglia, mostrando una grinta e una bravura che è spiccata in una serata in cui le canzoni sono state davvero deboli, sia per sostanza che per intonazione.
L\’unica \”nota stonata\” (giusto per restare in tema) è stata voler cantare una canzone non loro che rappresenta il pilastro della musica di sempre, l\’apoteosi della canzone ben scritta che è \”Il mio concerto\” di Umberto Bindi. Bene l\’intenzione, meno bene l\’esecuzione.
E cantare dopo quei giganti non è affatto semplice ma in ogni caso la gara entra nel vivo.
Della serata – al netto della classifica parziale che vede ultimo Sethu, con \”Cause perse\” e primi Colapesce Dimartino con \”Splash\” – salvo pochissime canzoni.
A mio avviso il più bravo è stato Lazza con \”Cenere\”. Lui concentrato, con un brano potente, farà molto parlare di sé. Il musicista ha studiato in conservatorio e ha tutte le carte in regola per trovare il suo posto nel mondo musicale contemporaneo e Sanremo sarà per lui un vero trampolino di lancio.
Poi ho apprezzato Tananai con \”Tango\” (che in anno sembra aver imparato a cantare), Madame con \”Il bene nel male\”, e il tanto discusso Rosa Chemical con \”Made in Italy\”. Tutte sonorità calate in un nuovo modo di raccontare la musica ma alle quali attribuisco buone chance di riuscita.
Il resto davvero improponibile. Di Giorgia ho già detto, sul resto c\’è molto poco da dire, comprese Paola e Chiara che canta per ultime (e meno male) che ballano, manco fossero le nuove Kesler e che in tutti questi anni non hanno fatto davvero nulla per imparare a cantare. Sempre uguali a loro stesse, incastrate in un clichè ormai stantio.
Momento di appeal con l\’esibizione dei Black Eyed Peas, ospiti internazionali della Kermesse, vincitori di 6 Grammy.
Da sottolineare durante la serata, Fedez che collegato dalla costa Crociere ormeggiata al largo della Sardegna, con il suo free style, prende in prestito le polemiche fatte dalla destra riguardo la partecipazione di Rosa Chemical al Festival di Sanremo e se la prende con il viceministro Galeazzo Bignami, che si mostrato in divisa nazista. Come sempre Fedez non la manda a dire e di quel dire se ne prende la responsabilità.
È ormai notte fonda quando Amadeus invita il pubblico a casa a cambiare canale
“Vi invito a cambiare canale, non è un invito per tutti. E’ rivolto ai moralisti, agli animi più sensibili, a quelli che si indignano. Cambiate canale per 7-8 minuti: noi ridiamo e voi non brontolate”
Sul palco dell\’Ariston arriva Angelo Duro, comico siciliano dissacrante, che con la sua comicità ruvida e provocatoria, arriva a restare in mutande per raccontare a suo modo la famiglia, i rapporti, i tradimenti, le conseguenze.
Prima della classifica finale la Fagnani acchiappa sotto Amadeus per una delle sue interviste, ma è tempo di classifiche. In cima a tutti ancora Mengoni, nella classifica definitiva della sala stampa, ultimo Sethu.
Forza e coraggio che stasera ci toccheranno tutte le 28 canzoni in gara e che sia la volta buona che come sempre, al successivo ascolto si possano scorgere dettagli da salvare circa le canzoni che quest\’anno, davvero lasciano a desiderare.
A domani.