Dal palazzo di gusto rinascimentale con le “bugne a guanciale” agli scherzi di un barone eclettico che amava mettere in imbarazzo i suoi ospiti; dal teatrino gioiello dall’acustica perfetta ai gioielli di carta, alle ceramiche dai disegni antichi. Le Vie dei Tesori è al suo secondo weekend, e anche stavolta sarà un susseguirsi di scoperte: volete assaggiare la ricotta appena fatta con qualche goccia di miele? Ve la offriranno i pastori a Noto. Volete salire su una cupola e affacciarvi da un antico camminamento? Ecco pronta Catania. Volete scoprire le tracce di un eccentrico baritono che lasciò il suo palazzo nobiliare per tentare i palcoscenici d’oltreoceano? Allora siete a Scicli. Volete veder nascere sotto i vostri occhi un piatto o un albarello in ceramica smaltata? Siete arrivati a Sciacca. Mai come quest’anno il festival che racconta la Sicilia, privilegia l’esperienza inedita, il luogo nascosto, il palazzo sconosciuto anche agli stessi cittadini. Accanto a Palermo e Monreale (che debutta sabato), con Unicredit come main sponsor e il supporto delle diverse amministrazioni comunali, ecco partire il secondo fine settimana di questa seconda tranche del festival, a Catania, Ragusa, Scicli, Noto e Sciacca. Sabato e domenica (10 e 11 ottobre), tra eventi e visite serali, fuori dai circuiti abituali e in stretta collaborazione con le associazioni del territorio.
CATANIA. Il nostro viaggio inizia a Catania dove l’attenzione sarà tutta per un debuttante come Palazzo Scuderi Libertini, affacciato su via Etnea, ma sconosciuto praticamente a tutti: commissionato a Carlo Sada dal cavalier Giuseppe Paternò di Raddusa nel 1875, è l’unico palazzo in città che rimanda nello stile al Rinascimento fiorentino con il suo primo piano rosso-rosa antico. Dentro è intatto, tra affreschi, tappezzerie e arredi d’epoca, e una terrazza affacciata sul giardino interno. Poche le occasioni per visitarlo: apre soltanto questa domenica, poi le ultime due del festival. Questo weekend ci sarà anche un motivo doppio per correre all’impalpabile Bottega Cartura: oltre a scoprire i giochi di carta, si potrà assistere alle acrobazie preziose dei tre “manianti” che muoveranno diciotto ombre a bastone e a filo, dodici marionette a filo, quattro marotte, due pupi, un burattino (sabato e domenica alle 18,30). Anche la chiesa di San Giuliano è da non perdere: si potrà salire fino alla “lanterna” (sabato dalle 15 alle 18). Una speciale visita teatralizzata degli attori Barbara Gallo e Francesco Bernava, in abiti dell’epoca, ogni sabato alle 19 condurrà alla scoperta della Badia di Sant’Agata, uno dei più sfarzosi esempi del barocco catanese, tra gli spazi solenni dell’aula liturgica e quelli nascosti dietro le grate delle monache. Diverse le passeggiate in programma (si prenotano su www.leviedeitesori.it): si andrà alla ricerca dei luoghi degli scrittori, del quartiere di San Berillo, di miti e leggende (in inglese e con i bambini), ma si arriverà anche sulle Forre laviche di Belpasso e in cima, fino a Randazzo.
RAGUSA E SCICLI. Le due città del Ragusano, e la vicina Noto, si visitano con un unico coupon: un’occasione da non perdere per assaporare lentamente visioni barocche, angoli nascosti, vicoli e palazzi. A Ragusa è tutto un susseguirsi di bellezza, dal campanile di San Giovanni Battista al retablo in pietra di San Giorgio. Se avete voglia di colori e leggerezza, dovete entrare nella bottega fashion di Damiano Rotella e Biagio Castilletti che vi spiegheranno cosa dei loro carretti ha intrigato talmente tanto Dolce e Gabbana, da convincerli ad affidare una loro linea a Rosso Cinabro; se invece volete scoprire uno dei più imponenti lampadari ancora esistenti, raggiungete Palazzo degli Antoci e fatevi raccontare la residenza dagli stessi proprietari. E non dimenticate i pavimenti intarsiati con maioliche campane di Palazzo la Rocca. Le passeggiate condurranno fuori porta, tra gli “scherzi” e le illusioni che il barone Arezzo De Spuches propinava ai suoi ospiti nei giardini e nel labirinto del Castello di Donnafugata; e nell’inaspettato canyon mediterraneo di Cava Celone. A SCICLI lo scorso weekend il pubblico si è riversato a Palazzo Beneventano, ma per questo fine settimana non si perderà i “set” del commissario più famoso (dopo il buon Maigret): i “luoghi” di Salvo Montalbano sono ricostruiti nel centro barocco di Scicli, proprio nell’attuale sede del Comune, dove spesso il sindaco lascia le stanze al Commissariato di Vigata. L’unica passeggiata è da non perdere: sulle tracce delle chiesette rupestri che attorniavano il primo borgo di Scicli e che furono risparmiate dal disastroso terremoto del 1693 che rase al suolo il Val di Noto.
A NOTO non si deve assolutamente perdere Palazzo Landolina di Sant’Alfano, dove hanno dormito pure re Ferdinando II di Borbone e la regina Maria Teresa d’Austria: si respira aria antica, si passeggia sotto gli affreschi, si rievocano balli e conversazioni leziose tra le pareti dorate. Ma anche Palazzo Trigona, la dimora della potente famiglia dei marchesi di Canicarao e di Dainamare, è da non dimenticare: i salotti ospitano ancora l’ultima, elegante marchesa. Due esperienze diverse ma complementari: se da un lato si può visitare Noto antica, il sito che fu abbandonato dopo il terremoto, tramite un tour interattivo, dall’altro si può raggiungere una delle novità di quest’anno, il Parco dell’Anima dove, alla fine del percorso che si srotola nel verde tra le sculture en plein air, si potrà partecipare ad una degustazione di ricotta, vino e miele con pane di grani antichi: una vera esperienza immersiva nei sapori di una volta, magari osservando un gregge che si muove sornione a pochi metri.
SCIACCA. Chi ha conservato i coupon di Sambuca e Naro, li può utilizzare per visitare i dieci siti di SCIACCA. Si ritorna anche quest’anno tra gli aranci amari del giardino segreto di palazzo Licata Borsellino (già palazzo Lazzarini) che è stranissimo, inaspettato, inatteso dietro le mura; si cammina sulle tracce dell’antica comunità ebraica, che a Sciacca era veramente imponente e ha lasciato le sue tracce all’Archivio di Stato. Al circolo Garibaldi vi mostreranno una firma autografa dell’”eroe dei due mondi”; e non dimenticate l’appena riaperto Museo del Mare. Ma questa seconda edizione del festival a Sciacca è fatta di mani: quelle degli artigiani ceramisti che, davanti ai visitatori del festival, creeranno piatti, brocche, albarelli colorati. Perizia antica, quella di Salvatore Sabella (che sabato si metterà alla prova con i suoi disegni arditi, quasi futuristi); e di Liborio Palmeri che qualche anno fa arrivò anche ad esporre alla Biennale, e mostrerà la sua arte, domenica. Tre le passeggiate in programma: sabato si parte alla scoperta dell’antica “cadda” e della comunità cresciuta attorno alla sinagoga, che rivivrà tramite dei tableaux vivants; si raggiunge Rocca Nadore, la città fortificata tra Sciacca e Caltabellotta. Domenica tocca a San Leonardo, dove l’associazione Ritrovarsi ha avviato un progetto di rigenerazione urbana dando vita ad un museo en plein air con i lavori di molti street artist.
UN FESTIVAL IN SICUREZZA. I luoghi saranno visitabili a piccoli gruppi, con numeri diversi per ciascuno spazio. Istituita ovunque la prenotazione on line, che non è obbligatoria ma caldamente consigliata: basterà acquisire il coupon su www.leviedeitesori.com o negli info point nelle città. Dove la visita non potrà essere condotta in presenza, verrà affidata ad audioguide d’autore, registrate da giovani storici dell’arte, archeologi, studiosi del paesaggio, esperti della città, e curate dai neonati Amici delle Vie dei Tesori.