Oggi all’ARS hanno rispettato come sempre, l’ordine dei lavori. All’ordine del giorno il disegno di legge sull’edilizia e successivamente i debiti fuori bilancio. Un deputato ha pensato di portare in discussione (dopo mesi di bla,bla,bla) l’importanza di parlare del sistema scolastico siciliano, alle necessità degli studenti, portatori di handicap, tenendo nel dovuto conto il loro benessere e le difficoltà che già troppo spesso incontrano. L’accorato oratore alzò il tono della sua voce: “Premesso che l diritto allo studio è sacro, lo è ancora di più quando parliamo di bimbi disabili”. Apriti cielo !! Il Presidente dell’ARS Gianfranco Miccichè lo “bacchetta” immediatamente. “come si permette a scavalcare la scaletta che accuratamente abbiamo preparato, la quale prevede al primo punto il DDL sulla edilizia?”
Cosa importa della preoccupazione delle famiglie dei bambini e ragazzi con disabilità grave, i quali chiedono un ripensamento del governo regionale sulla questione dei tagli al sostegno scolastico. Cosa importa se questa decisione inciderà gravemente sui diritti costituzionali allo studio e allo sviluppo della personalità di questi ragazzi, nonchè sul loro diritto all’integrazione sancito dalla legge 104.
Mentre il Presidente dell’ARS Miccichè “bacchetta” il deputato, sotto il Palazzo protestano le mamme ed insieme a loro,gli assistenti igienico personale degli studenti disabili della Sicilia. Protestano perché anziché essere stabilizzati, come speravano si profila per molti di loro la non riconferma dell’incarico, in quanto il servizio di assistenza dell’igiene personale di quegli alunni diversamente abili dovrebbe passare ai collaboratori scolastici. Una vicenda che ha risvolti “Pirandelliani”. Il diritto allo studio caro Presidente Miccichè, in Italia,e la Sicilia ne fa parte, è un diritto soggettivo della persona che trova il suo fondamento negli articoli 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana.Un diritto che certamente viene prima dei debiti di bilancio o di altre cose “importanti”
Cambiano i governi, ma non cambia la vita sconcertante e discriminatoria che sono costretti a vivere gli alunni con disabilità e le loro famiglie. La scuola dell’inclusione non esiste e non esisterà mai fino a quando ad ogni bambino/a non saranno garantiti tutti i diritti e tutti i servizi essenziali di cui ha bisogno.