L’Assemblea Regionale approva un emendamento dell’opposizione e affossa la riforma delle Province. Caccia ai “franchi tiratori”. Rinvio a ottobre. Voto a dicembre.
Le opposizioni all’Assemblea Regionale hanno proposto che il disegno di legge di riforma delle ex Province fosse restituito in Commissione. L’aula si è opposta. Il testo di legge è stato quindi votato in Assemblea con voto segreto, ed è stato affossato per un voto, 31 a 30. Nella maggioranza è caccia ai “franchi tiratori”. Il tutto è stato rinviato in autunno. In particolare, a Sala d’Ercole è stato approvato con voto segreto l’emendamento presentato dalle opposizioni che ha soppresso l’articolo 1 del disegno di legge, provocando a catena la caduta dell’intera impalcatura della riforma che introduce le elezioni di secondo livello, ovvero per scegliere il presidente e i consiglieri provinciali votano solo sindaci e consiglieri comunali di tutta la provincia. Il testo sarà riesaminato ad ottobre e nel frattempo è stata votata una norma che prevede il voto a dicembre, e non più a ottobre. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle sono vittoriosi.
Michele Catanzaro, capogruppo del Pd, commenta: “Sulle ex Province il governo Schifani ha portato a casa l’ennesima figuraccia. Un disegno di legge, che nelle intenzioni doveva servire anche a moltiplicare le poltrone e i costi, è stato affossato grazie all’azione del Pd e delle opposizioni. Ancora una volta sono state smascherate le contraddizioni interne alla maggioranza. Lo avevamo detto e lo ribadiamo: nessuno pensi di provare ancora ad inserire norme in contrasto con quanto previsto dalla legge Delrio. Al momento la strada percorribile è quella delle elezioni di secondo livello sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale”.
E il capogruppo 5 Stelle, Antonio De Luca, rilancia: “La nuova bocciatura della riforma sulle ex Province, per come l’aveva concepita il centrodestra, è la prova delle faide all’interno di questa rissosa maggioranza, dove ognuno va per la sua strada. Ogni volta che si va al voto segreto sono dolori per l’esecutivo, a riprova del fatto che dentro la maggioranza il clima è tutt’altro che disteso e che parecchi deputati che dovrebbero sostenere Schifani non aspettano altro che la prima occasione utile per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Avevamo chiesto di votare solo la data delle elezioni di secondo livello per consentire agli enti intermedi di avere finalmente una governance politica, eletta, seppur indirettamente, per chiudere finalmente l’eterna stagione dei commissari, e non di stravolgere la normativa. E invece il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza, incassando una nuova sonora bocciatura sulle ex Province dopo quella di febbraio. La maggioranza è andata sotto per un voto e l’assenza di Schifani nei fatti è stata determinante per le sorti del provvedimento. Speriamo, almeno, che questo gli serva da lezione e gli faccia trovare in futuro più spesso la strada per sala d’Ercole”.
Angelo Ruoppolo (Teleacras)