Sicilia, decolla il Piano dei rifiuti

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Dopo la presentazione del Piano regionale dei rifiuti, lo sfogo del presidente della Regione, Musumeci, su oligopolio privato, carenze e ritardi. “La soluzione è il termovalorizzatore”

In Sicilia, dopo tanti stenti e difficoltà, sarebbe prossimo al decollo il tanto agognato Piano regionale dei rifiuti, appena presentato in conferenza dal presidente della Regione, Nello Musumeci, che, tra l’altro, ha rilanciato le competenze di Comuni e Province nel settore, e ha ribadito: “Abbiamo la necessità di fare chiarezza in un settore delicato in cui è forte anche l’interesse della criminalità. Noi dobbiamo redigere il piano, dare le autorizzazioni, finanziare impianti ed eseguire monitoraggio e controllo. E invece ci troviamo a dovere fare tutto noi, mentre le competenze su raccolta e smaltimento sono di Comuni e Province”. Poi, in riferimento alla raccolta differenziata, Musumeci ha affermato: “Abbiamo trovato una differenziata al 22% di media regionale, una bassa percentuale dei Comuni, scarsa sensibilizzazione dei cittadini, gare d’ambito non avviate. Tanto ci pensa la Regione a coprire le inerzie. Invece, adesso, la Regione è passata al 42% di raccolta differenziata, quasi raddoppiata rispetto al 22% del 2017. Sono 162 i Comuni siciliani con oltre il 65% di raccolta differenziata, 268 quelli con oltre il 50%, e 57 con meno del 35%, comprese le tre città di Palermo, Catania e Messina”. E poi, sulla prevalenza degli impianti privati sui pubblici, il presidente ha rimarcato: “Abbiamo trovato 4 impianti pubblici che trattano il 29% dei rifiuti, e altri 4 privati con il 71%. E nello smaltimento abbiamo trovato 6 impianti pubblici, 4 dei quali già in esaurimento, e 3 privati che hanno il 90% della raccolta. Si è creato un sistema di oligopolio privato che potrebbe, se volesse, fare collassare il sistema”. E poi, ancora in riferimento a peccati e omissioni, Nello Musumeci ha aggiunto: “Abbiamo trovato la mancanza di un piano regionale, 10 Srr, le società locali di regolamentazione dei rifiuti, non attive, carenza di impianti, lentezze burocratiche, e 511 discariche esauste non classificate”. Poi, in prospettiva, Musumeci ha annunciato la concretizzazione del progetto del termovalorizzatore, anzi, come lo definisce, un termoutilizzatore, ovvero un moderno termovalorizzatore privato in Sicilia. E ha spiegato: “Per realizzare un nuovo impianto in Sicilia ci vogliono 5 anni. Sono tempi vergognosi dovuti alla burocrazia nazionale e regionale. I termoutilizzatori privati si possono invece realizzare in 3 anni. Tra pochi giorni lanceremo il bando rivolto ai privati per realizzarne uno, ma il controllo sarà della Regione. Il termoutilizzatore è un sistema ‘mangia rifiuti’ che produce ricchezza, calore ed energia. Senza questa soluzione resteremmo in mano all’oligopolio dei privati e della cultura delle discariche. Noi non siamo mai stati innamorati di questo sistema, ma è la soluzione per liberarci delle discariche. Dobbiamo liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche. Per 30 anni la politica ha lavorato per crearne soltanto di private, e ora i loro titolari dicono di volerle chiudere se non si raddoppia la capienza. I rifiuti non abbiamo dove conferirli. Allora ben vengano uno o due termoutilizzatori, come avviene in altre parti d’Italia, per produrre energia, calore e denaro. Le discariche sono un’offesa al buon senso e all’ambiente. Se il sistema in Sicilia dovesse arrivare al collasso, noi faremo quello che fanno le altre regioni, anche quelle ‘ambientaliste’: venderemo i rifiuti all’estero. In questo caso io sarei del parere di rifarci sulle tasche dei politici che hanno creato questo disastro”.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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One Thought to “Sicilia, decolla il Piano dei rifiuti”

  1. Pietro Tornabene

    Stia certo il presidente dichiarante che la decisione della Corte Europea sul deferimento dell’Italia sui rifiuti, probabilmente anche quelli siciliani, del resto preannunciato dallo stesso Gentiloni nella legge finanziaria per il 2018 allorquando per questo motivo ha affidato la materia all’Autorità, per ora ritardato dal COVID, arriverà ed allora vedremo di chi sono state le responsabilità e chi dovrà risponderne.

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