Sicilia, in corso la guerra tra acqua e fuoco

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Si aggrava l’emergenza incendi in Sicilia, tra invasi a secco e prelievi solo in mare per i mezzi volanti. A lavoro 5.000 forestali. Coinvolta la protezione civile. Convenzione tra Regione e Vigili del fuoco.

Incombe l’emergenza incendi. E nella Sicilia dell’estate del 2024, flagellata dalla siccità, è aggravata dall’impossibilità per i mezzi volanti, tra canadair ed elicotteri, di rifornirsi di acqua negli invasi, a secco. E quindi, soprattutto nell’entroterra, si è costretti ai dirottamenti verso il mare, con tempi d’attesa intorno ai 30 minuti. I forestali hanno in dotazione mezzi di terra capaci di trasportare alcune migliaia di litri d’acqua ciascuno, prelevati da pozzi e serbatoi. Attualmente nell’esercito antincendio si contano 5.000 forestali impegnati a domare il fuoco, per un costo di circa 60 milioni di euro. Peraltro tanti ‘101unisti’, ovvero stagionali all’opera per 101 giornate, adesso sono ‘151unisti’, ossia a lavoro per sei mesi. Solo lo scorso anno nell’isola sono stati censiti 12.000 interventi contro gli incendi. E nell’annuario dell’Arpa protezione ambiente si legge che la Sicilia vanta un triste primato: è in Italia la regione con la maggior superficie percorsa da incendi sia come area totale, con 57.533 ettari, che come area a copertura esclusivamente forestale, con 11.506 ettari.

A soffrire di più è la provincia di Palermo, che da sola rappresenta circa un terzo del totale nazionale delle superfici forestali percorse da incendio (3.174 ettari), poi Messina (1.066 ettari) e Siracusa (995 ettari). Seguono Enna (511), Trapani (461), Catania (400), Caltanissetta (336) e Agrigento (229 ettari). La guerra tra acqua e fuoco è in corso violenta, e la Guardia Forestale si è appena alleata, con un patto di collaborazione, con i volontari della Protezione civile e gli operai dello Sviluppo rurale, che conoscono maggiormente le zone pervase dalle fiamme.

Nel frattempo i Comuni si sono attivati (come mai accaduto) per sanzionare i proprietari di terreni abbandonati, incolti, colmi di sterpaglie e propagatori, se non spesso causa, degli incendi. E in tale ambito, allorchè privato, non sono possibili le opere di prevenzione praticate invece sul suolo pubblico. Dai dati ancora dell’Arpa emerge che proprio la superficie non boscata, nel 2023, è stata quella maggiormente devastata dai roghi. E bisognerà attendere fine luglio per contare i Comuni che non hanno aggiornato il catasto dei terreni percorsi dal fuoco.

Nel 2023 quasi un Comune su due è stato inadempiente, e l’assessore agli Enti Locali, Andrea Messina, ha lanciato una raffica di commissari per adempiere in sostituzione in 147 amministrazioni comunali siciliane non obbedienti all’obbligo di censimento dei terreni percorsi da incendi e di aggiornamento annuale del catasto delle aree bruciate. Ancora nel frattempo è stata rinnovata la collaborazione tra Regione Siciliana e Vigili del fuoco con un finanziamento regionale per potenziare le squadre aggiuntive antincendio. In particolare è stata firmata una convenzione, operativa fino a venerdì 13 settembre, per azioni sia di prevenzione che di contrasto agli incendi. L’impegno finanziario per la Regione ammonta a 2 milioni e 500 mila euro.

Angelo Ruoppolo (Teleacras)

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